Sentinelle in piedi in piazza «Siamo in 400. L’omofobia? Non è un’emergenza»
Alla manifestazione anche alcuni consiglieri comunali
In file e righe geometriche, distanti un metro l’uno dall’altro. Quasi tutti con la mascherina, a cui la prima fila ha aggiunto un bavaglio rosso. Il rischio contagio c’entra fino a un certo punto. «Noi abbiamo sempre fatto manifestazioni così». «Noi», ovvero le sentinelle in piedi, che in piazza del Signori sono comparse più volte, ma raramente così numerose come ieri mattina. «Siamo oltre 400 — la stima degli organizzatori — finora questa è la manifestazione più riuscita in Italia». Tra venerdì e oggi, infatti, ne erano previste cento (ma se ne terranno una settantina). In tutti i casi il bersaglio è il disegno di legge Zan, depositato a fine giugno alla commissione Giustizia e che potrebbe approdare in tempi rapidi in parlamento: è quello che permetterà di ampliare la legge Mancino, e dunque gli articoli 604 bis e ter del codice penale anche agli atti discriminatori che riguardano «il genere, l’orientamento sessuale o l’identità di genere». In altre parole, punire la discriminazione contro persone gay e trans, come quella razziale.
Tra le parole d’ordine della piazza, «Restiamo liberi» e «Dopo la pandemia l’emergenza non è l’omofobia». Una manifestazione silenziosa, in stile «sentinelle», con tanto di libro (qualsiasi) in mano. A parlare, in tre brevi interventi, solo il portavoce, Francesco Bernardi. «Questa legge prevede il carcere e la rieducazione per semplici opinioni — il suo riassunto —. Ed è una legge ingannevole, perché ogni violenza è già punita dal nostro ordinamento giuridico. Il reato di omotransfobia, inoltre, non è definito chiaramente, lasciando ampio spazio alla discrezionalità» .Alla manifestazione presente anche volti della politica cittadina, come i consiglieri comunali Alberto Zelger e Anna Grassi, Anna Leso e il consigliere regionale Stefano Valdegamberi. Un sostegno che segue l’approvazione della mozione contro la legge San presentata da Andrea Bacciga di Battiti e che ha avuto eco nazionale. Contestazioni da parte di alcuni aderenti ad associazioni Lgbt, che hanno fischiato parte della manifestazione. Cosa già accaduta in passato e che ha avuto seguiti giudiziari (con assoluzioni). E sabato prossimo è in programma il Pride in piazza Bra.