Corriere di Verona

Chievo, rosa corta e troppi pareggi: due test in trasferta

- Matteo Sorio

Il Chievo sembra rimpicciol­irsi. Fa pochi gol ed è fiaccato dalla rosa corta. Se alla ripresa l’idea della promozione diretta restava comunque viva, adesso l’urgenza è conservare la carrozza per i playoff. Sono i margini a raccontarl­o. Ottavi a 47 punti, prima di ricomincia­re i gialloblù giravano a -8 dalla seconda e staccavano rispettiva­mente di uno e tre gettoni il nono e decimo posto: oggi la seconda viaggia 11 lunghezze sopra mentre la nona (Salernitan­a) ha gli stessi punti clivensi e la decima, il Pisa, gira un gradino sotto (46). Con l’1-1 di due sere fa, ospite il Trapani, fanno 6 punti in cinque gare dopo il lockdown. Quel lockdown che fuori dal campo è sfociato in tensioni d’organigram­ma — il gelo nell’area tecnica fra Pellissier e De Giorgis, gli addii del segretario generale Sebastiani e del responsabi­le sanitario Corradini, sostituiti da Corrado Di Taranto e Andrea D’Alessandro — e sul campo mostra anche i segni dei contratti non rinnovati a Cesar, Frey e Meggiorini, cioè ex capitano e titolare in mezzo alla difesa (Cesar), senatore di riserva in fascia (Frey) e cannoniere con 8 reti (Meggiorini). Uscite che hanno diminuito la gamma di scelte per Aglietti. Lui che da Crotone in poi, nell’arco di 450’, ha operato solo cinque ricambi dall’inizio. E che venerdì sera, viste le assenze di Leverbe, Vaisanen, Obi e Cotali, oltre a dover inventare un mediano come Di Noia in mezzo alla difesa, ha potuto inserire al netto di Ceter solo ex Primavera con esperienza ridottissi­ma di B: Zuelli, Karamoko, Grubac. «La rosa è un po’ corta», ammetteva dopo il Trapani lo stesso Aglietti, che di fatto, da marzo a oggi, è insieme ai giocatori l’unico volto clivense a comunicare con i media all’esterno. Se l’infermeria non aiuta, e ciò accade da inizio stagione, il nodo viene al pettine. Così come, ormai, è venuto al pettine da tempo anche il nodo della poca incisività sottoporta. «Un difetto cronico», così Aglietti nel riassumere il pari col Trapani, «e forse è per questo che non facciamo il salto di qualità: vuol dire che dovrò parlarne in maniera diversa con i ragazzi». Il tempo è poco. Già domani il Chievo, senza lo squalifica­to Segre a centrocamp­o, busserà alla Cremonese, in lotta per evitare i playout. Poi, venerdì prossimo, trasferta in casa della Juve Stabia. Avversarie costrette a vincere. Due di quelle «piccole» con cui il Chievo continua a faticare. Il buon trend con le grandi può far sperare in chiave playoff ma ci sono 5 gare e la priorità è tenersi stretto il «pass».

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