Troppi farmaci alla guida, l’onda lunga del lockdown
Non solo alcol: sempre più persone alla guida sotto gli effetti di medicinali e sostanze psicotrope
Cresce la percentuale di automobilisti trovati a guidare non solo sotto l’effetto di alcol e droga ma anche di medicinali. Un fenomeno «allarmante» che, secondo la polizia stradale (nella foto: il comandante Lacquaniti) è figlio anche degli effetti del lockdown.
Cresce, a Verona, la percentuale di automobilisti trovati a guidare non solo sotto l’effetto di alcol e droga ma anche di medicinali, questi ultimi assunti senza prescrizione o al di fuori delle indicazioni mediche. Un fenomeno «allarmante» che, secondo la polizia stradale - in questi giorni alle prese con la campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, Safety Days, all’interno della Settimana Europea della Mobilità -, è figlio anche degli effetti del lockdown per l’emergenza da Covid-19. «Dopo il calo del 75% di incidenti stradali in Veneto, durante il periodo di confinamento, ora, purtroppo, stiamo tornando ai livelli precedenti, non solo come numero di sinistri ma anche come gravità» ha sottolineato il comandante della Stradale scaligera, Girolamo Lacquaniti, insieme al collega della Polstrada di Padova, Gianfranco Martorano, presente anche in veste di dirigente della polizia stradale del Veneto, ricordando la tragica sfilza di schianti mortali sulle due ruote che si sono verificati nel Veronese tra maggio e giugno, proprio all’inizio della fase 2 delle riaperture, e che hanno coinvolto, per la maggior parte, giovani e giovanissimi. Ma se in quelle occasioni si era parlato soprattutto di conducenti che avevano disimparato a guidare per la lontananza dalla strada, oggi le cause dietro agli ultimi incidenti raccontano che c’è dell’altro.
«Rileviamo una serie di positivi che ci preoccupano molto, perché si mettono alla guida sotto l’effetto di alcol, stupefacenti o sostanze psicotrope; una situazione che sta diventando particolarmente significativa – ha proseguito il comandante della Stradale avanzando anche l’ipotesi di «un effetto determinato dalle difficoltà che ognuno, a suo modo, ha dovuto vivere in questi mesi». Lacquaniti ha spiegato, infatti, come molto spesso le pattuglie che intervengono per rilevare i sinistri, si imbattano in automobilisti in stato di alterazione che sono disperati e che confidano agli agenti che, a causa della pandemia, hanno perso il lavoro o hanno contratto dei debiti. «Non deve certo passare il messaggio che le persone non debbano curarsi, ma non si possono fare cure «fai da te». Sempre più spesso, invece, gli automobilisti positivi ai medicinali sono fuori dal range terapeutico, risultando, così, non diversi da chi guida sotto l’effetto di alcol e droga». Tra le cattive abitudini al volante, non è scomparsa nemmeno quella dell’utilizzo del cellulare: «Abbiamo finalmente l’identikit di questi personaggi – ha concluso Lacquaniti – Si tratta di ignoranti che, appunto, ignorano moltissime delle regole del Codice della strada e che, in nove casi su dieci, probabilmente, non supererebbero di nuovo l’esame della patente».