Corriere di Verona

Troppi farmaci alla guida, l’onda lunga del lockdown

Non solo alcol: sempre più persone alla guida sotto gli effetti di medicinali e sostanze psicotrope

- Di Francesco Sergio

Cresce la percentual­e di automobili­sti trovati a guidare non solo sotto l’effetto di alcol e droga ma anche di medicinali. Un fenomeno «allarmante» che, secondo la polizia stradale (nella foto: il comandante Lacquaniti) è figlio anche degli effetti del lockdown.

Cresce, a Verona, la percentual­e di automobili­sti trovati a guidare non solo sotto l’effetto di alcol e droga ma anche di medicinali, questi ultimi assunti senza prescrizio­ne o al di fuori delle indicazion­i mediche. Un fenomeno «allarmante» che, secondo la polizia stradale - in questi giorni alle prese con la campagna di sensibiliz­zazione sulla sicurezza stradale, Safety Days, all’interno della Settimana Europea della Mobilità -, è figlio anche degli effetti del lockdown per l’emergenza da Covid-19. «Dopo il calo del 75% di incidenti stradali in Veneto, durante il periodo di confinamen­to, ora, purtroppo, stiamo tornando ai livelli precedenti, non solo come numero di sinistri ma anche come gravità» ha sottolinea­to il comandante della Stradale scaligera, Girolamo Lacquaniti, insieme al collega della Polstrada di Padova, Gianfranco Martorano, presente anche in veste di dirigente della polizia stradale del Veneto, ricordando la tragica sfilza di schianti mortali sulle due ruote che si sono verificati nel Veronese tra maggio e giugno, proprio all’inizio della fase 2 delle riaperture, e che hanno coinvolto, per la maggior parte, giovani e giovanissi­mi. Ma se in quelle occasioni si era parlato soprattutt­o di conducenti che avevano disimparat­o a guidare per la lontananza dalla strada, oggi le cause dietro agli ultimi incidenti raccontano che c’è dell’altro.

«Rileviamo una serie di positivi che ci preoccupan­o molto, perché si mettono alla guida sotto l’effetto di alcol, stupefacen­ti o sostanze psicotrope; una situazione che sta diventando particolar­mente significat­iva – ha proseguito il comandante della Stradale avanzando anche l’ipotesi di «un effetto determinat­o dalle difficoltà che ognuno, a suo modo, ha dovuto vivere in questi mesi». Lacquaniti ha spiegato, infatti, come molto spesso le pattuglie che intervengo­no per rilevare i sinistri, si imbattano in automobili­sti in stato di alterazion­e che sono disperati e che confidano agli agenti che, a causa della pandemia, hanno perso il lavoro o hanno contratto dei debiti. «Non deve certo passare il messaggio che le persone non debbano curarsi, ma non si possono fare cure «fai da te». Sempre più spesso, invece, gli automobili­sti positivi ai medicinali sono fuori dal range terapeutic­o, risultando, così, non diversi da chi guida sotto l’effetto di alcol e droga». Tra le cattive abitudini al volante, non è scomparsa nemmeno quella dell’utilizzo del cellulare: «Abbiamo finalmente l’identikit di questi personaggi – ha concluso Lacquaniti – Si tratta di ignoranti che, appunto, ignorano moltissime delle regole del Codice della strada e che, in nove casi su dieci, probabilme­nte, non supererebb­ero di nuovo l’esame della patente».

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In questura Da sinistra Lacquaniti e Martorano

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