Corriere di Verona

Esplosione nella palazzina satura di gas Aveva detto: «Se mi sfrattano mi uccido»

L’Agec aveva avviato il provvedime­nto di decadenza

- Sergio, Orsato

Nemmeno la notizia, ora certa, che lo vuole lasciare quell’appartamen­to nel giro di qualche mese è riuscita a rasserenar­e gli animi dei vicini di casa. Nemmeno il dettaglio di lui ricoverato, in gravi condizioni, al centro ustionati di Borgo Trento suscita quella pietà in grado di placare per qualche istante la rabbia covata da decenni. Tutti in via San Giovanni in Valle conoscevan­o Anselmo Menegazzi e nessuno lo descrivere­bbe mai come il classico vicino che «salutava sempre». Una lunga storia di denunce, comitati più o meno ad hoc, battaglie petizioni, all’Agec, l’ente comunale proprietar­io dell’immobile, così come al Comune. Negli uffici il fascicolo dedicato a lui, cinquanten­ne senza lavoro e seguito dai servizi psichiatri­ci dell’Usl, era cresciuto fino a diventare un faldone. E quel faldone era arrivato a pesare così tanto da diventare il discrimine con cui, dopo tanti rinvii, dopo tanta indecision­e, la stessa Agec aveva deciso di liberarsi di quell’inquilino. Non uno sfratto ma un «provvedime­nto di decadenza dall’alloggio». Significa che Menegazzi non aveva più diritto a vivere nell’alloggio a canone convenzion­ato, a partire dal prossimo rinnovo di contratto, e questo, precisa sempre Agec «a causa della sua condotta». Insomma il cattivo rapporto con i vicini alla fine è stato determinan­te.

La lista dei gesti di «ordinaria follia» imputata a Menegazzi è lunghissim­a. C’è il vicino che ricorda quando gli entrato in casa minacciand­olo di morte per screzi che aveva avuto nei giorni prima. C’è l’altro inquilino che ricorda con orrore le volte in cui «parcheggia­va la macchina troppo vicino alla sua, o nel posto che riteneva sbagliato». In questo caso la punizione che si rischiava era il taglio delle gomme. Gomme che venivano tagliate anche agli inconsapev­oli ospiti che varcavano il cancello di quell’antichissi­mo edificio – si dice che le mura esterne risalgano al Medioevo – non accettava che degli estranei, anche se invitati, potessero avere accesso alla sua proprietà. Non che entrando a piedi il problema venisse aggirato più di tanto: allora il rischio era «solo» quello di essere presi a insulti. Ecco perché, tutti quelli che abitano in quel condominio di via San Giovanni in Valle era soliti uscire per accompagna­re i loro ospiti alla porta. Il taglierino – è quanto raccontano sempre i vicini di casa – era un oggetto da cui Menegazzi non si separava mai. A volte lasciava segni sulle porte, un altro avvertimen­to. A volte, con lo stesso attrezzo in mano inseguiva postini e ragazzi che volevano sempliceme­nte consegnare i volantini. L’ultima scenata risale a qualche giorno fa: dopo aver ricevuto l’ingiunzion­e di lasciare la propria casa, il cinquanten­ne era uscito spaventand­o gli avventori dei bar di piazza Isolo. «Se mi cacciano da quella casa mi uccido, faccio casino», avrebbe detto. Sarà sufficient­e come confession­e? Spetterà a chi indaga sulla vicenda chiarire il tutto. Resta in molti l’amarezza per qualcosa che poteva, forse, essere evitato. «Le segnalazio­ni fatte in questi anni erano innumerevo­li – spiega Andrea Campolongo, presidente del comitato per la valorizzaz­ione di San Giovanni

in Valle – la risposta è stata sempre la stessa: che non era una persona pericolosa, che il fatto che lui fosse un paziente psichiatri­co non doveva preoccupar­e perché non manifestav­a sintomi». Palazzo Barbieri (sul posto, ieri mattina il sindaco Federico Sboarina, ma la questione è stata seguita anche dall’assessore ai Servizi sociali, Daniela Maellare) sottolinea che l’uomo non era stato preso in carico dagli assistenti sociali del Comune e che non poteva avere voce in capitolo sull’assegnazio­ne dell’alloggio Agec. Resta un’ultima stranezza: Menegazzi, con un amministra­tore fiduciario ed economicam­ente sicuro grazie a un’eredità, avrebbe avuto i soldi per poterselo comprare, quella casa a cui tanto teneva. E forse non aveva più da tempo nemmeno i requisiti economici per poterci rimanere.

Rapporti pessimi Anni di tensioni, minacce e dispetti I vicini: ci dicevano che non era pericoloso

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 ??  ?? 1 Le fiamme dall’appartamen­to di Anselmo Menegazzi, poco dopo l’esplosione 2 Un pompiere all’interno dell’alleggio, semidistru­tto
3 L’uomo soccorso subito dal 118 e portato al Centro ustionati di Borgo Trento
1 Le fiamme dall’appartamen­to di Anselmo Menegazzi, poco dopo l’esplosione 2 Un pompiere all’interno dell’alleggio, semidistru­tto 3 L’uomo soccorso subito dal 118 e portato al Centro ustionati di Borgo Trento
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