Corriere di Verona

Ricettazio­ne di vini, assolto il «Cuoco d’Italia 2020»

- La. Ted.

Nessuna ricettazio­ne di vini, nessun acquisto di bottiglie rubate. È caduto ogni sospetto ieri pomeriggio in tribunale a carico del noto ristorator­e Domenico («Mimmo»)Barbuto, titolare della Locanda Colla a San Bonifacio e recente vincitore in tv di una gara regionale tra i migliori «Cuochi d’Italia».

Il giudice Claudio Prota ha infatti pronunciat­o per lui una sentenza di assoluzion­e «perché - ha sancito il dispositiv­o del magistrato - il reato non sussiste». Originario di Vibo Valentia, Barbuto doveva rispondere in aula di ricettazio­ne: stando all’imputazion­e su cui si incardinav­a il processo che oltre a lui coinvolgev­a altre cinque persone, il ristorator­e calabrese avrebbe acquistato da uno dei coimputati «un ingente quantitati­vo di vino pregiato del valore di circa 40 mila euro, provenient­e dai delitti di furto» commessi ai danni di quattro enoteche veronesi. Il presunto illecito contestato a Barbuto risalirebb­e, stando alla tesi ipotizzata dalla Procura, al gennaio 2015 ma ieri, con la sentenza le cui motivazion­i si conosceran­no nelle prossime settimane, il Tribunale scaligero ha escluso a carico del ristorator­e, assistito dagli avvocati Paolo Mastropasq­ua e Luca Tirapelle, ogni tipo di responsabi­lità penale. Nessun reato dunque da parte di Barbuto, incoronato «Miglior cuoco regionale d’Italia 2020» dalla trasmissio­ne «Cuochi d’Italia» condotta da Alessandro Borghese su Tv 8. Cinquant’anni, Barbuto da circa trenta si è trasferito in terra scaligera dove con la moglie gestisce con notevoli riscontri la Locanda Colquori

Vincitore in tv Domenico «Mimmo» Barbuto vincitore della gara tv tra i migliori «Cuochi regionali d’Italia 2020» la di San Bonifacio.

Insieme a lui, ieri, assolto «perché il fatto non sussiste» anche Michele Farnese, che rispondeva della stessa accusa di ricettazio­ne perché, stando al capo di imputazion­e, avrebbe «acquistato» da uno dei coimputati «circa 120 bottiglie di li

e vini di pregio proventi di furto ai danni di varie enoteche del Veronese e 56 bottiglie provenient­i dal delitto di insolvenza fraudolent­a» commesso ai danni di un’azienda di Negrar.Nessuna condanna anche nei confronti dei restanti quattro imputati: si trattava dei veronesi Nicola Marcelli, Samuel Lucatelli, Mosè Severi e Fabio Romitti, per i quali il giudice Prota ha pronunciat­o una sentenza di «prosciogli­mento per intervenut­a remissione di querela delle parti offese». A vario titolo, i quattro rispondeva­no degli svariati furti di vino che secondo l’accusa avrebbero perpetrato ai danni delle enoteche derubate: ma le denunce sono state poi ritirate favorendo il loro prosciogli­mento in aula.

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