Lo stadio a Lignano e la voglia di stupire
La voglia è di stupire ancora e di dimostrare all’Italia che, anche senza uno stadio a norma in città, si può competere in serie B per il traguardo massimo. Il Pordenone riparte e lo fa dal Teghil di Lignano Sabbiadoro, che ne ospiterà le partite casalinghe in stagione.
Grazie all’aiuto della Regione verranno svolti i necessari lavori di ammodernamento dell’impianto, già sede della presentazione ufficiale delle nuove maglie dell’Udinese e dell’amichevole Italia-Slovenia Under 21. «Il Teghil — evidenzia il presidente Mauro Lovisa — è la struttura più idonea per le nostre attuali esigenze, in attesa della costruzione di una “casa” in città. “Seconda casa” che Lignano è per molti pordenonesi. Contiamo molto su questo legame che esiste da sempre e ora sarà ancor più forte. Quando finalmente riapriranno gli stadi, speriamo molto presto, siamo certi che avremo un tifo numeroso e caloroso, pur consapevoli che mancherà ancora la comodità di giocare nella nostra Pordenone. Per questo cercheremo, come già fatto per Udine, di agevolare i nostri sostenitori».
Rispetto allo scorso campionato e all’esilio a Udine, per i sostenitori neroverdi ci sarà da percorrere qualche chilometro in più. Per ripartire dopo la serie A sfiorata nella passata stagione, il
Pordenone ha scelto di affidare la squadra nelle mani del giovane direttore sportivo Matteo Lovisa, che ha dimostrato di conoscere molto bene la categoria e i relativi giocatori. In panchina ci sarà ancora Attilio Tesser, nocchiero abituato alle imprese e che ha guidato la squadra a un traguardo impensabile solo dodici mesi fa. «Devo ringraziare i ragazzi per quello che hanno fatto — spiega l’allenatore trevigiano, che ha rinnovato il legame con i Ramarri — abbiamo ottenuto qualcosa di straordinario e siamo andati vicini all’impresa di guadagnarci la finalissima. C’è grande soddisfazione nel proseguire un lavoro e un progetto costruito in questi anni, insieme alla società, allo staff e ai calciatori. Straordinario è stato il percorso compiuto, così come straordinari prima lo erano stati la vittoria di campionato e Supercoppa».
Matteo Lovisa non ha perso tempo e i primi correttivi sono stati tre giovani: Mallamo, Butic e Rossetti. E poi il «botto» con Davide Diaw, attaccante arrivato dal Cittadella, 15 gol in 48 partite con i granata. E non è finita qui, perché l’intenzione resta quella: stupire.