Variante Delta A Verona un dominio incontrastato
Medici no Vax, l’Usl interviene dopo la denuncia del Pd «Non sono 265, ma una dozzina». L’Ordine: li sospenderemo
Continua a crescere la curva dei contagi in provincia di Verona, la prima in Veneto per nuovi casi e ospedalizzazione. Ieri 171 test positivi, l’Usl Scaligera mette in guardia: «Tutti i tamponi sequenziati evidenziano la presenza di variante Delta». E poi corregge i numeri della Regione: sono «solo» 50 i medici non vaccinati.
La curva dei contagi continua a salire. Ieri la provincia di Verona ha registrato 171 nuovi casi, (e un decesso), su un totale di 424 nella Regione. Salgono a 1.258, così, gli attualmente positivi, che trascinano in quarantena anche un migliaio di loro contatti, (2.218). Il territorio scaligero si conferma il più colpito del Veneto, con i contagi registrati in buona parte nella cintura urbana della città. «Sono soprattutto giovani dai 16 ai 26 anni ad essere colpiti – spiega il direttore generale Usl 9, Pietro Girardi – e la trasmissione del virus avviene quasi sempre a feste o cene. È necessario, quindi, continuare a mantenere alta l’attenzione ed adottare le misure di sicurezza. I contagi avvengono per il 70% tra non vaccinati, solo il 5% tra chi ha completato il ciclo. E per fortuna le ospedalizzazioni restano su numeri piccoli, proprio perché il grosso dei contagi avviene tra i giovani che sono o asintomatici o paucisintomatici. Per tracciare il virus è molto importante, però, che
chi si scopre positivo segnali tutti i contatti avuti, anche se in certe situazioni, come assembramenti in piazza, può risultare difficile».
Ma la preoccupazione maggiore, ora, è la variante Delta, che ha soppiantato l’Alfa, già nota come variante inglese. «Tutti i tamponi che abbiamo sequenziati, e sono molti–
precisa il direttore sanitario Denise Signorelli – sono risultati Delta: tutti con cariche virali molto elevate e con sintomi già dopo quattro giorni dal contatto, mentre prima avveniva in circa una settimana. Mi sento di dire che ormai questa variante sta circolando nell’80% dei casi». Il riscontro è di 81 positivi su 100mila abitanti.
E se fino a qualche giorno fa erano le prenotazioni di vaccino «andavano bruciate in poche ore», ora si è invertita la richiesta vax, (neanche l’appello agli over 60 sembra aver avuto riscontro). Ci sono a disposizione, infatti, fino all’8 settembre, 70.366 dosi, ma le prenotazioni sono 55.120: 15.216 restano da assegnare, il 20%. Le persone vaccinate con la prima dose sino ad oggi nella provincia di Verona sfiorano le 520mila, mentre quelle con ciclo completo sono 334.250, il 40% della popolazione.
Quanto all’allarme lanciato dalla consigliera regionale del Pd Anna Maria Bigon, che ha parlato - citando dati forniti dalla Regione veneto - di «un medico su tre nella provincia di Verona non è vaccinato», ossia 265 su un totale veneto di 826, arriva la smentita da parte dell’Usl. «I nostri dipendenti sanitari sono circa 3.700. Di questi 265 non sono vaccinati e tra loro sono una cinquantina i medici non ancora inoculati – precisa Signorelli – ma sono solo una dozzina quelli che non hanno risposto o giustificato la non vaccinazione e che stiamo sollecitando, poiché tra questi 50 ce ne sono 37-38 che non possono vaccinarsi».
Puntuale arriva anche il commento del presidente dell’ordine dei medici di Verona, Carlo Rugiu: «Apprendiamo con piacere dall’Usl 9 che i medici veronesi non ancora vaccinati sono molto minori rispetto ai numeri diffusi nei giorni scorsi. Ci sembra inappropriato, quindi, parlare di un “caso Verona”. Quando l’Azienda sanitaria Scaligera ci fornirà la lista con i nominativi di coloro che dovranno essere sospesi, come prevede la normativa, da parte nostra siamo pronti ad applicare i provvedimenti».
L’identikit I nuovi contagiati sono perlopiù giovani, senza prima dose di vaccino nel 70% dei casi