Fondazione Arena: «Solo un decimo ha chiesto il rimborso»
Serata storica o flop? Sciopero riuscito oppure fallito? È duello, adesso, sul numero di lavoratori che ha aderito, giovedì scorso, allo sciopero proclamato da Cgil, Cisl, Uil e Faisal. Secondo i sindacati gli aderenti erano stati l’80 per cento. Secondo i dati resi noti dalla Fondazione lirica, invece, il 61% del personale ha scelto di lavorare, il 7 per cento era in ferie o in malattia e 285 dipendenti (il 32 per cento) ha scioperato. Secondo Fondazione, poi, «per quel che riguarda la possibilità data agli spettatori presenti di richiedere il rimborso del biglietto, ad oggi sono pervenute solo 300 richieste di rimborso rispetto alle 3.500 persone presenti in Arena».
Proprio per quella serata, peraltro, Federalberghi Verona, «per sottolineare l’ospitalità della città e il sostegno concreto a Fondazione Arena in questo momento di ripartenza per la città intera» ha deciso di regalare a tutti gli ospiti degli alberghi presenti in Arena quella sera un voucher pari al valore del 50% del loro soggiorno. «Lo sciopero è un diritto esercitato dai lavoratori – commenta la direzione di Fondazione Arena – e da parte nostra, si ribadisce ancora una volta ciò che nei giorni scorsi è stato dimostrato con i fatti, e cioè la disponibilità al dialogo come unico strumento che possa risolvere le attuali diversità di vedute».
S’infiamma intanto la polemica politica.Il segretario del Pd, Maurizio Facincani, ed i consiglieri comunali dem affermano che le ragioni dello sciopero «sono le stesse ragioni che i lavoratori e i sindacati portano avanti da più quattro anni in merito al rilancio della Fondazione Arena, alle figure dirigenziali che continuano a crescere anziché diminuire, alle mancate stabilizzazioni, ai contratti capestro che vengono applicati agli stagionali». Il Pd aggiunge che «la prova di forza di suonare l’Aida con un solo strumento e il coro decimato non è sostenibile neanche nel breve periodo, e se i toni non si abbasseranno e non si tornerà al confronto e al dialogo, è facile prevedere nuove dimostrazioni e nuove prove di forza».
Secondo Michele Bertucco (Sinistra in Comune) «è sempre più vergognoso e tafazziano il comportamento del sindaco che continua a soffiare sul fuoco dello scontro con i sindacati, mentre quella che è andata in scena giovedì, con pianoforte e qualche voce, non è l’Aida ma una morbosa auto-rappresentazione dei vertici della Fondazione che non a caso hanno dato a tutti gli spettatori possibilità di rimborso: se è questa la concezione e il rispetto che Sboarina e Gasdia hanno dell’opera lirica la prossima volta possono limitarsi a chiamare Umberto Smaila con gran risparmio di soldi e seccature per tutti».
Guerra di cifre Secondo la direzione ha scioperato il 61% del personale, per i sindacati l’80%