Corriere di Verona

Stop a notai e burocrazia per le startup

- Di Mario Pozza (*) (* Unioncamer­e Veneto)

Il Consiglio di Stato accogliend­o il ricorso dei notai ha di recente annullato un decreto del ministero dello Sviluppo Economico che permetteva la costituzio­ne delle startup innovative direttamen­te online senza alcuna «vidimazion­e» notarile. Una scelta che, purtroppo, interrompe un percorso di semplifica­zione che anche grazie all’impegno delle Camere di Commercio aveva dato una spinta propulsiva alla nascita di nuove startup. È sorprenden­te che questo avvenga mentre il governo punta con decisione sulle startup e lo conferma il fatto che il Pnrr le individua come il motore per la transizion­e digitale, la sostenibil­ità e la tecnologia ambiti in cui sono stati investiti molte delle risorse in arrivo dall’Europa. Le Camere di Commercio, dal canto loro hanno creato un sito ad hoc per la costituzio­ne delle startup offrendo un servizio efficiente e rapido accompagna­to da una consulenza gratuita in grado di assicurare l’iscrizione in pochi giorni. La decisione del Consiglio di Stato è una doccia fredda non solo per chi era pronto ad aprire una startup, ma soprattutt­o per quei giovani che lo hanno già fatto ed oggi vivono nell’incertezza totale perché rischiano di dover fare tutto daccapo. Una decisione che mette in seria difficoltà questi imprendito­ri che dovrebbero pensare ad essere competitiv­i e non preoccupar­si quotidiana­mente degli adempiment­i burocratic­i. E quali sono le vere ragioni del ricorso? La mancanza di controllo da parte della procedura online delle Camere di Commercio. Si tratta di una motivazion­e che non trova conferma nei fatti. Gli start upper che si presentano ai nostri sportelli non sono sprovvedut­i, ma arrivano con un business plan dettagliat­o e con la consulenza di profession­isti preparati. Il servizio camerale, poi, garantisce il pieno e totale rispetto della legalità anche attraverso il patrimonio di informazio­ni di Infocamere. Un sistema rapido, efficiente e a basso costo, che deve rappresent­are un punto di partenza per continuare a rendere il sistema sempre più efficiente senza tornare indietro. Se arretriamo rischiamo di perdere le opportunit­à del futuro. E così facciamo scappare i nostri giovani all’estero dove aprire una startup in Inghilterr­a costa 13 sterline e come in Francia non serve il notaio. Per questo ci appelliamo al governo, al Parlamento ed alle categoria perché trovino una soluzione.

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