Dai bimbi a Zanzotto Operaestate per tutti
I prossimi appuntamenti. Un recital su Pagello e Sand
Non trascura i piccoli spettatori Operaestate Festival di Bassano del Grappa e nella sezione «Minifest» a loro dedicata porta spettacoli per bambini dai tre anni in su. Stasera al Teatro al Castello Tito Gobbi alle 21.30 (in caso di pioggia al Teatro Remondini) è la volta di Spegni la luce, prodotto da La Piccionaia, e incentrato sulla paura del buio: in scena, gli artisti Aurora Candelli e Julio Escamilla, nel ruolo di due amici Op e Rio, giocano con dolcezza con pensieri ed emozioni molto vicini al mondo quotidiano dei bimbi e raccontano una storia sul valore dell’amicizia e l’importanza dell’aiuto reciproco, ma anche sulla fantasia. Con questi mezzi e la vicinanza di Rio, Op non smetterà di avere paura del buio, ma avrà acquisito degli strumenti per poterla gestire. Sempre stasera, nel Giardino del Teatro Accademico di Castelfranco Veneto (Treviso) alle 21.20, va in scena Les Adieux, un racconto firmato da Luca Scarlini, che ne è anche interprete accompagnato alla chitarra da Alberto Mesirca, e dedicato al triangolo amoroso tra Pietro Pagello (1807-1898), medico nato a Castelfranco Veneto, la scrittrice George Sand e Alfred De Musset. Il medico e la scrittrice, infatti, si incontrarono a Venezia, dove George Sand soggiornava in compagnia del suo amante. Pagello era stato chiamato al capezzale dello scrittore come medico curante all’Hotel Danieli, e lì visse una storia con Sand. De Musset tornò quindi a Parigi, dove raccontò della vicenda nel suo Confessioni di un figlio del secolo, e lo stesso fece la scrittrice in Elle et lui. Pagello seguì poi George Sand a Parigi, ma la relazione durò poco. Domani alle 21.20, appuntamento lungo le Rive del Brenta a Campolongo (Venezia): Vasco Mirandola affiancato dai musicisti Erica Boschiero e Sergio Marchesini rende omaggio alla poesia di Andrea Zanzotto, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Musica, canzoni e versi per una serata dal titolo Mancamento Azzurro. Gli artisti partono dall’ultima opera del poeta, Haiku for a season, dalla struttura essenziale e cercano un nuovo modo di «ascoltare» quei versi. Un approccio ardito, teso a rendere in musica la poesia di Zanzotto, la cui intrinseca musicalità è tale, secondo molti, da non poter sopportare nessuna forma di commento sonoro.