«Dura sospendere tutti i No vax»
Dopo le diffide e gli annunci, tarda lo stop ai sanitari non immunizzati. Per il governatore il decreto è nato zoppo Vacilla la linea della fermezza, Zaia ammette: mancano i sostituti. Auto vaccinati, 7 casi sospetti
Vacilla la linea dura contro i medici No vax. Arrivata l’ora delle sospensioni, Zaia ammette: «Il decreto nasce zoppo perché non ci sono i sostituti e non riusciremo a sospenderli». Non tutti o non in massa. Intanto esplode il caso dei medici auto vaccinati, già sette. Hanno detto il vero? O hanno finto di utilizzare una dose destinata ai pazienti?
Rispetta l’opinione «di tutti», il presidente della Regione Luca Zaia. Lo ripete ogni giorno e l’ha ribadito di nuovo ieri, nel prologo di una lunga intervista rilasciata ad Antenna Tre. Ma la sua, di opinione, è che i medici No-Vax dovrebbero «cambiare lavoro» immediatamente, perché le loro idee sono incompatibili con la scienza e «con quello che hanno studiato per anni all’università». E che chi percepisce «ogni mese una busta paga» dal sistema sanitario e poi sale su un palco a denigrare quello stesso sistema sanitario, magari vagheggiando di complotti e morti sospette, «andrebbe licenziato» in tronco, altroché sospensioni.
Una posizione netta, dettata probabilmente pure dalla frustrazione di vedere indebolita ogni giorno, da questo chiacchiericcio di fondo dilagante sui social network, la comunicazione già di per sé difficile della campagna vaccinale. «Voglio essere molto chiaro con chi ci ascolta - ha detto Zaia rivolgendosi al vicedirettore Ferdinando Avarino -. Se oggi il Veneto non è in ginocchio è perché i veneti si sono vaccinati rispondendo “presente” all’appello della scienza. Lo dico a tutti quelli che oggi fanno gli eroi: se i nostri anziani avessero ascoltato voi e i vostri consigli, oggi avremmo le terapie intensive piene. Invece li abbiamo messi al sicuro».
Ne sono discese parole durissime contro i medici che scelgono di non vaccinarsi e, peggio, seminano scetticismo quando non vero e proprio complottismo tra i pazienti: «I medici No-Vax dovrebbero smettere di fare i medici, perché rifiutando di sottoporsi al vaccino rinnegano tutto ciò che è stato insegnato loro durante gli anni di Medicina. È come se un poliziotto si dicesse contrario alle armi: nessun problema, ma allora vai a fare un altro mestiere». La loro libertà di scelta? «Finisce quando va ad intaccare la libertà, e la salute, degli altri». Anche per questo la Regione chiederà alla magistratura, e non soltanto all’Ordine professionale, di appurare alcuni casi emersi tra le pieghe del sistema sanitario.
Con altrettanta chiarezza Zaia ha però chiarito che poco si può fare contro chi, pur lavorando tra ambulatori e sale operatorie, rifiuta l’iniezione: «Il decreto del governo che impone la sospensione di queste persone dal lavoro è un provvedimento zoppo perché non ci sono abbastanza medici in servizio o sul mercato per poterle sostituire. È inutile spararla grossa, noi proveremo a dare esecuzione fino in fondo a quelle disposizioni, ma la verità è che oggi non siamo in grado di allontanare i medici dalle corsie». Il che spiegherebbe per quale ragione, nonostante i bellicosi annunci, fino ad oggi le Usl abbiano tergiversato con i provvedimenti disciplinari. Provvedimenti che invece arriveranno a carico dell’infermiera di Treviso salita sul palco della manifestazione in sostegno del medico (e sindaco di Santa Lucia di Piave) Riccardo Szumski: «Non parlo del caso di specie, perché non ne conosco i dettagli. Ma in generale io credo che chi percepisce ogni mese una busta paga dalla sanità del Veneto e poi viene scoperto a denigrare quella sanità, sostenendo che cura male i veneti o peggio, dev’essere licenziato».
Non solo medici e infermieri sono finiti nella reprimenda tivù di Zaia. Anche gli insegnanti sono stati bacchettati perché, ha ricordato il presidente, «per loro sono state riservate corsie preferenziali all’inizio della campagna vaccinale, il che significa che per darle a loro sono state tolte dosi a persone che ne avevano altrettanto bisogno. Fa riflettere scoprire oggi, a due mesi dalla ripresa delle lezioni, che molti ancora non sono vaccinati. Per carità, io continuò a difendere la volontarietà, ma non posso fare a meno di pensare che l’insegnante ha un ruolo civico e sociale importantissimo, è un punto di riferimento per la sua comunità. E vaccinandoci non proteggiamo solo noi stessi ma anche chi ci circonda, proprio quella comunità».
Zaia, alla sua maniera, senza calcare la mano, ha preso infine le distanze (e non poteva essere altrimenti, vista l’invettiva di cui era stato protagonista nella mezz’ora precedente) dal leader della Lega Matteo Salvini, che in questi giorni balla sul filo tra Sì-Vax e NoVax al grido: «Non accetto che mio figlio venga inseguito con una siringa»: «È giusto che la politica dibatta e che ognuno faccia le sue dichiarazioni ma noi amministratori poi siamo chiamati ad amministrare, quindi andiamo avanti: le vaccinazioni si devono fare a chiunque abbia più di 12 anni e noi le facciamo».
Sull’infermiera sospesa
Non conosco il caso ma in generale penso che vada licenziato chi prende lo stipendio dalla sanità veneta e poi passa il tempo a denigrarla
Sui prof non vaccinati
Hanno goduto di corsie preferenziali, brutto sapere che ancor oggi alcuni non sono vaccinati Hanno un ruolo sociale, è un brutto esempio per la comunità