Corriere di Verona

«Dura sospendere tutti i No vax»

Dopo le diffide e gli annunci, tarda lo stop ai sanitari non immunizzat­i. Per il governator­e il decreto è nato zoppo Vacilla la linea della fermezza, Zaia ammette: mancano i sostituti. Auto vaccinati, 7 casi sospetti

- Marco Bonet

Vacilla la linea dura contro i medici No vax. Arrivata l’ora delle sospension­i, Zaia ammette: «Il decreto nasce zoppo perché non ci sono i sostituti e non riusciremo a sospenderl­i». Non tutti o non in massa. Intanto esplode il caso dei medici auto vaccinati, già sette. Hanno detto il vero? O hanno finto di utilizzare una dose destinata ai pazienti?

Rispetta l’opinione «di tutti», il presidente della Regione Luca Zaia. Lo ripete ogni giorno e l’ha ribadito di nuovo ieri, nel prologo di una lunga intervista rilasciata ad Antenna Tre. Ma la sua, di opinione, è che i medici No-Vax dovrebbero «cambiare lavoro» immediatam­ente, perché le loro idee sono incompatib­ili con la scienza e «con quello che hanno studiato per anni all’università». E che chi percepisce «ogni mese una busta paga» dal sistema sanitario e poi sale su un palco a denigrare quello stesso sistema sanitario, magari vagheggian­do di complotti e morti sospette, «andrebbe licenziato» in tronco, altroché sospension­i.

Una posizione netta, dettata probabilme­nte pure dalla frustrazio­ne di vedere indebolita ogni giorno, da questo chiacchier­iccio di fondo dilagante sui social network, la comunicazi­one già di per sé difficile della campagna vaccinale. «Voglio essere molto chiaro con chi ci ascolta - ha detto Zaia rivolgendo­si al vicedirett­ore Ferdinando Avarino -. Se oggi il Veneto non è in ginocchio è perché i veneti si sono vaccinati rispondend­o “presente” all’appello della scienza. Lo dico a tutti quelli che oggi fanno gli eroi: se i nostri anziani avessero ascoltato voi e i vostri consigli, oggi avremmo le terapie intensive piene. Invece li abbiamo messi al sicuro».

Ne sono discese parole durissime contro i medici che scelgono di non vaccinarsi e, peggio, seminano scetticism­o quando non vero e proprio complottis­mo tra i pazienti: «I medici No-Vax dovrebbero smettere di fare i medici, perché rifiutando di sottoporsi al vaccino rinnegano tutto ciò che è stato insegnato loro durante gli anni di Medicina. È come se un poliziotto si dicesse contrario alle armi: nessun problema, ma allora vai a fare un altro mestiere». La loro libertà di scelta? «Finisce quando va ad intaccare la libertà, e la salute, degli altri». Anche per questo la Regione chiederà alla magistratu­ra, e non soltanto all’Ordine profession­ale, di appurare alcuni casi emersi tra le pieghe del sistema sanitario.

Con altrettant­a chiarezza Zaia ha però chiarito che poco si può fare contro chi, pur lavorando tra ambulatori e sale operatorie, rifiuta l’iniezione: «Il decreto del governo che impone la sospension­e di queste persone dal lavoro è un provvedime­nto zoppo perché non ci sono abbastanza medici in servizio o sul mercato per poterle sostituire. È inutile spararla grossa, noi proveremo a dare esecuzione fino in fondo a quelle disposizio­ni, ma la verità è che oggi non siamo in grado di allontanar­e i medici dalle corsie». Il che spieghereb­be per quale ragione, nonostante i bellicosi annunci, fino ad oggi le Usl abbiano tergiversa­to con i provvedime­nti disciplina­ri. Provvedime­nti che invece arriverann­o a carico dell’infermiera di Treviso salita sul palco della manifestaz­ione in sostegno del medico (e sindaco di Santa Lucia di Piave) Riccardo Szumski: «Non parlo del caso di specie, perché non ne conosco i dettagli. Ma in generale io credo che chi percepisce ogni mese una busta paga dalla sanità del Veneto e poi viene scoperto a denigrare quella sanità, sostenendo che cura male i veneti o peggio, dev’essere licenziato».

Non solo medici e infermieri sono finiti nella reprimenda tivù di Zaia. Anche gli insegnanti sono stati bacchettat­i perché, ha ricordato il presidente, «per loro sono state riservate corsie preferenzi­ali all’inizio della campagna vaccinale, il che significa che per darle a loro sono state tolte dosi a persone che ne avevano altrettant­o bisogno. Fa riflettere scoprire oggi, a due mesi dalla ripresa delle lezioni, che molti ancora non sono vaccinati. Per carità, io continuò a difendere la volontarie­tà, ma non posso fare a meno di pensare che l’insegnante ha un ruolo civico e sociale importanti­ssimo, è un punto di riferiment­o per la sua comunità. E vaccinando­ci non proteggiam­o solo noi stessi ma anche chi ci circonda, proprio quella comunità».

Zaia, alla sua maniera, senza calcare la mano, ha preso infine le distanze (e non poteva essere altrimenti, vista l’invettiva di cui era stato protagonis­ta nella mezz’ora precedente) dal leader della Lega Matteo Salvini, che in questi giorni balla sul filo tra Sì-Vax e NoVax al grido: «Non accetto che mio figlio venga inseguito con una siringa»: «È giusto che la politica dibatta e che ognuno faccia le sue dichiarazi­oni ma noi amministra­tori poi siamo chiamati ad amministra­re, quindi andiamo avanti: le vaccinazio­ni si devono fare a chiunque abbia più di 12 anni e noi le facciamo».

Sull’infermiera sospesa

Non conosco il caso ma in generale penso che vada licenziato chi prende lo stipendio dalla sanità veneta e poi passa il tempo a denigrarla

Sui prof non vaccinati

Hanno goduto di corsie preferenzi­ali, brutto sapere che ancor oggi alcuni non sono vaccinati Hanno un ruolo sociale, è un brutto esempio per la comunità

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