Boom di contagi ma negli ospedali pochi ricoveri
A Verona un ventunenne in terapia intensiva
Balzo dei contagi nelle ultime 24 ore in Veneto ma la Regione continua a rassicurare sulla tenuta del sistema ospedaliero e, più in generale, sull’evoluzione di un quadro epidemiologico caratterizzato da un alto numero di asintomatici e da un basso numero di ricoverati, per la quasi totalità persone non vaccinate.
Il bollettino quotidiano diffuso ieri da Palazzo Balbi segnala 600 nuovi infetti (con picchi di 240 a Verona e 109 a Treviso), un numero che impressiona perché ci riporta d’un colpo al 13 maggio scorso, quando i casi positivi furono 617. Dopo di allora, il trend è stato in costante diminuzione, fino ai primi giorni di luglio, quando Zaia poteva sorridere: «Abbiamo appena 5 contagiati per provincia». Totale: 35. Va detto che rispetto a due mesi fa, a cambiare radicalmente sono i numeri dei ricoveri: a maggio si contavano infatti 637 persone in area non critica e 107 in terapia intensiva; oggi sono rispettivamente 51 e 13. Precisato che all’epoca si era alla fine della terza ondata, per cui in ospedale si «trascinavano» decine di casi delle settimane precedenti, mentre oggi si spera di non essere all’inizio di una quarta sventagliata, i numeri registrati in corsia sono senza dubbio confortanti, anche alla luce dell’annunciata revisione dei parametri per il passaggio in zona gialla da parte del governo. Sembra infatti che l’esecutivo sia intenzionato ad adottare come soglie d’allarme tassi di occupazione del 5% in terapia intensiva e del 10% in area non critica; attualmente in Veneto siamo all’1% in terapia intensiva (sui posti letto totali; su quelli attivati siamo al 2,2%) e allo 0,9% in area non critica.
Continuano in ogni caso l’attività di prevenzione (ieri sono stati fatti 11.209 tamponi molecolari e 22.887 tamponi antigenici; in base alle indicazioni arrivate da Roma il Veneto ne dovrebbe fare 7.500 totali al giorno) e la campagna vaccinale, che ha visto superare la soglia delle 5 milioni di dosi iniettate. «Anche oggi sono stati somministrati 44.515 vaccini – ha commentato il presidente Luca Zaia – ricordo l’invito a vaccinarsi: da qui all’8 settembre ci sono ancora 270.000 posti liberi. La macchina vaccinale del Veneto funziona ed è un vero successo di squadra». Sono 2.850.075 i veneti che hanno ricevuto la prima dose, 2.241.183 quelli che hanno completato il ciclo con il richiamo, il 51,2% della popolazione con più di 12 anni.
In attesa che si riesca a raggiungere l’immunità di gregge (il target è fissato al 70% della popolazione vaccinabile), dalle provincie continuano ad arrivare segnalazioni di focolai. All’ospedale di San Donà di Piave sono risultati positivi una quindicina di pazienti, ricoverati per lo più nel reparto di Medicina. Tutti, tranne tre, hanno completato la vaccinazione e risultano asintomatici o paucisintomatici, tanto che, come ha sottolineato il direttore del dipartimento di prevenzione Anna Pupo, «la positività non è stata rilevata in seguito alla manifestazione dei sintomi ma nel corso dei controlli di routine». Sempre nel Veneziano sono stati scoperti di 5/6 casi tra i dipendenti di due hotel di Jesolo; gli alberghi resteranno comunque aperti perché dopo le verifiche risultano aver rispettato tutte le regole di prevenzione e non ci sarebbero rischi per gli ospiti.
A Padova si contano sei focolai, il più recente dei quali riconducibile ad una festa tra under 20. «Due sono riferibili ad altrettante vacanze-studio a Malta - spiega la dottoressa Ivana Simoncello, direttrice del dipartimento di Prevenzione - uno ad un viaggio in Spagna e un altro da un periodo di ferie in Grecia». A Treviso è stato ricoverato un giovane di 17 anni e sono risultati infettati dalla variante Delta tutti i ragazzi tornati a casa positivi nei giorni scorsi da Jesolo (a Rovigo la polizia ha bloccato un «party anti-Covid» rincorrendone le tracce sui social network). C’è poi il caso del ventunenne finito in terapia intensiva a Verona appena rientrato da Barcellona, citato sia da Zaia che dall’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin: si tratta di un ragazzo di Monza arrivato già grave all’ospedale di Borgo Trento. Non è vaccinato.
In ospedale Tornano i focolai negli ospedali: 15 casi a San Donà di Piave