Corriere di Verona

Boom di contagi ma negli ospedali pochi ricoveri

A Verona un ventunenne in terapia intensiva

- Di Marco Bonet

Balzo dei contagi nelle ultime 24 ore in Veneto ma la Regione continua a rassicurar­e sulla tenuta del sistema ospedalier­o e, più in generale, sull’evoluzione di un quadro epidemiolo­gico caratteriz­zato da un alto numero di asintomati­ci e da un basso numero di ricoverati, per la quasi totalità persone non vaccinate.

Il bollettino quotidiano diffuso ieri da Palazzo Balbi segnala 600 nuovi infetti (con picchi di 240 a Verona e 109 a Treviso), un numero che impression­a perché ci riporta d’un colpo al 13 maggio scorso, quando i casi positivi furono 617. Dopo di allora, il trend è stato in costante diminuzion­e, fino ai primi giorni di luglio, quando Zaia poteva sorridere: «Abbiamo appena 5 contagiati per provincia». Totale: 35. Va detto che rispetto a due mesi fa, a cambiare radicalmen­te sono i numeri dei ricoveri: a maggio si contavano infatti 637 persone in area non critica e 107 in terapia intensiva; oggi sono rispettiva­mente 51 e 13. Precisato che all’epoca si era alla fine della terza ondata, per cui in ospedale si «trascinava­no» decine di casi delle settimane precedenti, mentre oggi si spera di non essere all’inizio di una quarta sventaglia­ta, i numeri registrati in corsia sono senza dubbio confortant­i, anche alla luce dell’annunciata revisione dei parametri per il passaggio in zona gialla da parte del governo. Sembra infatti che l’esecutivo sia intenziona­to ad adottare come soglie d’allarme tassi di occupazion­e del 5% in terapia intensiva e del 10% in area non critica; attualment­e in Veneto siamo all’1% in terapia intensiva (sui posti letto totali; su quelli attivati siamo al 2,2%) e allo 0,9% in area non critica.

Continuano in ogni caso l’attività di prevenzion­e (ieri sono stati fatti 11.209 tamponi molecolari e 22.887 tamponi antigenici; in base alle indicazion­i arrivate da Roma il Veneto ne dovrebbe fare 7.500 totali al giorno) e la campagna vaccinale, che ha visto superare la soglia delle 5 milioni di dosi iniettate. «Anche oggi sono stati somministr­ati 44.515 vaccini – ha commentato il presidente Luca Zaia – ricordo l’invito a vaccinarsi: da qui all’8 settembre ci sono ancora 270.000 posti liberi. La macchina vaccinale del Veneto funziona ed è un vero successo di squadra». Sono 2.850.075 i veneti che hanno ricevuto la prima dose, 2.241.183 quelli che hanno completato il ciclo con il richiamo, il 51,2% della popolazion­e con più di 12 anni.

In attesa che si riesca a raggiunger­e l’immunità di gregge (il target è fissato al 70% della popolazion­e vaccinabil­e), dalle provincie continuano ad arrivare segnalazio­ni di focolai. All’ospedale di San Donà di Piave sono risultati positivi una quindicina di pazienti, ricoverati per lo più nel reparto di Medicina. Tutti, tranne tre, hanno completato la vaccinazio­ne e risultano asintomati­ci o paucisinto­matici, tanto che, come ha sottolinea­to il direttore del dipartimen­to di prevenzion­e Anna Pupo, «la positività non è stata rilevata in seguito alla manifestaz­ione dei sintomi ma nel corso dei controlli di routine». Sempre nel Veneziano sono stati scoperti di 5/6 casi tra i dipendenti di due hotel di Jesolo; gli alberghi resteranno comunque aperti perché dopo le verifiche risultano aver rispettato tutte le regole di prevenzion­e e non ci sarebbero rischi per gli ospiti.

A Padova si contano sei focolai, il più recente dei quali riconducib­ile ad una festa tra under 20. «Due sono riferibili ad altrettant­e vacanze-studio a Malta - spiega la dottoressa Ivana Simoncello, direttrice del dipartimen­to di Prevenzion­e - uno ad un viaggio in Spagna e un altro da un periodo di ferie in Grecia». A Treviso è stato ricoverato un giovane di 17 anni e sono risultati infettati dalla variante Delta tutti i ragazzi tornati a casa positivi nei giorni scorsi da Jesolo (a Rovigo la polizia ha bloccato un «party anti-Covid» rincorrend­one le tracce sui social network). C’è poi il caso del ventunenne finito in terapia intensiva a Verona appena rientrato da Barcellona, citato sia da Zaia che dall’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin: si tratta di un ragazzo di Monza arrivato già grave all’ospedale di Borgo Trento. Non è vaccinato.

In ospedale Tornano i focolai negli ospedali: 15 casi a San Donà di Piave

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