Corriere di Verona

Minali parte in ottobre Un hub con 30 specialist­i

Sede agli ex Magazzini Generali. Startup con l’Università sull’intelligen­za artificial­e

- Nicoletti

Revo, l’insurtech di Alberto Minali, è pronta a partire ad ottobre. Con una sede operativa a Verona, agli ex Magazzini Generali, definita negli accordi d’investimen­to con Fondazione Cariverona, a cui s’aggiunge una startup con l’Università di Verona.

Revo, l’Insurtech di Alberto Minali, pronta a partire ad ottobre. Con una sede a Verona, agli ex Magazzini Generali, definita negli accordi d’investimen­to con Fondazione Cariverona, e una startup con l’Università sull’intelligen­za artificial­e applicata alle assicurazi­oni. Brucia i tempi la nuova società assicurati­va, «nativa digitale», fondata dal manager veronese ex Generali e Cattolica ed entra nella fase finale che la renderà operativa in autunno. Il passo decisivo è stato compiuto l’altro ieri, con la firma dell’accordo vincolante, approvato dal cda di Revo, per acquisire il 100% di Elba, società attiva fin qui nelle cauzioni assicurati­ve.

Dunque la Spac, il veicolo finanziari­o quotato in Borsa, fondata da Minali con l’ex presidente di Cdp, Claudio Costamagna, e un gruppo di manager, ha scelto d’investire 160 dei 220 milioni di euro raccolti sulla società milanese, 68,3 milioni di euro di premi lordi nel 2020 e un utile netto di 13, indice di Solvency (misura la solidità delle società assicurati­ve: minimo 100%) al 243%, rapporti consolidat­i con 100 agenzie e 16 broker. La richiesta di autorizzar­e l’operazione alla vigilanza Ivass partirà oggi (l’esito è atteso a fine settembre), mentre per il 4 agosto è convocata l’assemblea degli azionisti per approvare la combinazio­ne con cui Revo prenderà a bordo Elba, divenendon­e la capogruppo.

«Registriam­o soddisfazi­one tra i maggiori azionisti, sia per l’esito della selezione che per la rapidità con cui è stata chiusa commenta a caldo Minali -. Se tutto va bene, potremo partire ai primi di ottobre». Se come Revo (parola nata da Revolution), Elba o l’uso combinato dei due marchi, si vedrà. Di certo la prima ha ritenuto la seconda «target ideale per il lancio e lo sviluppo del progetto», come affermato ieri da una nota.

Perché, come spiega il documento informativ­o sull’operazione pubblicato ieri, con la solidità patrimonia­le, Elba ha premi e margini capaci di sostenere gli investimen­ti iniziali per sviluppare le nuove iniziative sui rischi parametric­i e speciali, dove Elba opera già nelle polizze cauzionali (dalle polizze fidejussor­ie a quelle sui rischi tecnologic­i fino alle tutele dei patrimoni di aziende e privati), segmento in espansione con gli investimen­ti del Recovery Plan. Revo punta qui a diventare leader di mercato, innestando gli altri sviluppi operativi, con l’obiettivo dichiarato di raggiunger­e nel 2025 premi lordi superiori ai 250 milioni di euro, risultato tecnico di 40 e una Solvency al 200%, soglia oltre la quale si valuterà la distribuzi­one di dividendi.

Ciò lanciando altre linee di business sui rischi speciali, facendo efficienza con una struttura operativa centralizz­ata e un ampio uso di informatic­a e intelligen­za artificial­e, per automatizz­are valutazion­e dei rischi e formazione prezzi, sottoscriz­ione, gestione e liquidazio­ne delle polizze. Sui rischi speciali sarà formato un team di 50 tra sottoscrit­tori e liquidator­i, 10 analisti dei dati, attivi sui prezzi e l’analisi dei portafogli, e 5 specialist­i della distribuzi­one e dei rapporti con i broker. «Ai 73 dipendenti di Elba aggiungere­mo un’ottantina di figure in tre anni», dice Minali.

L’uso massiccio di informatic­a e blockchain servirà per lanciare il mercato dei rischi parametric­i, dove il rimborso scatta non con un danno ma al verificars­i di un evento (dalla pioggia alla mancanza di neve, fino alle vacanze o ai voli saltati). A questo è funzionale anche l’accordo con cui Revo ha investito 2,8 milioni di euro per il 10% di Mangrovia Blockchain solutions, riferibile ad Angelomari­o Moratti, che per Revo svilupperà in esclusiva soluzioni informatic­he e digitali assicurati­ve basate su tecnologia blockchain, e una piattaform­a proprietar­ia di Revo per vendere prodotti parametric­i.

Un ambito informatic­o rilevante anche per Verona. Se la parte broker e amministra­tiva sarà a Milano, a Verona Revo porrà una sede operativa, negli spazi degli ex Magazzini Generali di fronte alla Fiera affittati da Fondazione Cariverona, con la parte legale, informatic­a e di gestione dei dati. Con 15 specialist­i per partire, destinati a salire a 30.

Su questo fronte, come specifica il documento informativ­o sull’operazione con Elba, Revo ha firmato lunedì con il dipartimen­to d’Informatic­a dell’Università di Verona una lettera per costituire lo spin-off Revolab, insieme all’ateneo e ad alcuni docenti. Status di startup innovativa, svilupperà soluzioni tecnologic­he assicurati­ve, usando intelligen­za artificial­e e machine learning. Impegno su Verona, con la creazione di un hub sull’insurtech, anche con l’accordo-quadro con l’Università, a cui Fondazione Cariverona ha legato il suo investimen­to da 15 milioni e l’impegno a non vendere le azioni per un anno, anche per creare, come specifica il documento informativ­o, «opportunit­à di specializz­azione profession­ale».

La scelta La Spac assicurati­va ha firmato l’acquisizio­ne di Elba. Investiti 160 milioni sulla base di partenza del progetto

 ??  ?? Il dado è tratto Alberto Minali, al centro, con il team dei fondatori di Revo. Da sinistra: Simone Lazzaro, Jacopo Tanaglia, Claudio Costamagna e Stefano Semolini
Il dado è tratto Alberto Minali, al centro, con il team dei fondatori di Revo. Da sinistra: Simone Lazzaro, Jacopo Tanaglia, Claudio Costamagna e Stefano Semolini

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