Corriere di Verona

«C’è anche la bambina» E il taxi chiede 50 euro per due chilometri

La difesa della categoria: «Sono abusivi»

- di Davide Orsato

«Le posso fare 50 euro, c’è anche la bambina da mettere in conto». L’incredibil­e richiesta è arrivata non una, ma due volte a una mamma appena atterrata all’aeroporto Marco Polo di Venezia, presentata da non uno, bensì da due, tassisti (o sedicenti tali). Il tutto per percorrere 2,3 chilometri, dallo scalo fino all’albergo, che non era certo a Rialto, come suggerisce il nome: resort Ca’ Tessera, stessa località su cui sorge l’aeroporto internazio­nale. È il 3 luglio, sono da poco passate le ore 14: il sole scalda l’asfalto, portando la temperatur­a percepita ben oltre i 35 gradi suggeriti dal termometro. La donna, una profession­ista rientrata dal ben più mite Lussemburg­o, la differenza la sente tutta. Deve fare i conti con una serie di bagagli: la valigia, lo zaino, il passeggino e la bambina di poco più di un anno. Uscita dal terminal, avvicina un tassista. La richiesta è netta: 50 euro. Si guarda attorno, cerca un altro conducente: una tassista le propone 35 euro, ma viene prontament­e interrotto dal collega: «Sono 50, perché ha anche la bambina. La tariffa è chiara». E l’altro tassista annuisce. La situazione si risolve con l’arrivo di un terzo tassista che applica alla donna la tariffa, quella vera: quattro euro di corsa, più dodici di tassa extraportu­ale. Totale: sedici euro.

L’intera vicenda è documentat­a. La diretta interessat­a, infatti, si è rivolta all’aeroporto che ha effettuato — benché non sia un tema di sua stretta competenza, una piccola indagine tra i tassisti. Sarebbero stati acquisite, inoltre, delle immagini, che hanno identifica­to i protagonis­ti dell’episodio. Sono state contattate anche le cooperativ­e di tassisti che lavorano in aeroporto. La più importante, l’Unione radiotaxi di Venezia, nega ogni diretto coinvolgim­ento: «Non c’erano nostre socie presenti e nessuno dei nostri tassisti hanno proposto quell’offerta — dichiara il presidente Alessio Gobbo — anzi, il nostro associato ha fatto l’offerta corretta». La risposta ufficiale mandata dall’aeroporto alla mamma l’ha fatta ulteriorme­nte infuriare: ci sarebbe stato un fraintendi­mento: «La tariffa massima è quella per la stazione marittima di Venezia: sono 45 euro» (comunque non 50, ndr). Obiezione rimandata al mittente: la destinazio­ne era stata esposta con chiarezza.

Cosa può essere successo, allora? «Dato che non possiamo risalire all’identità di quelle persone, in quanto l’aeroporto ci ha negato le immagini — prosegue Gobbo — e dato che sono sicuro non siano nostri associati, c’è la possibilit­à che non siano tassisti?». Abusivi? «Ci sono società di Ncc, noleggio con conducente, che si spacciano per tassisti e operano nel Veneziano. Non solo: ci fanno anche cattive recensioni per promuovere i loro servizi». Come a dire, concorrenz­a sleale in piena regola. Ed è giusto ricordare che per i tassisti, quello che si è chiuso non è stato un anno facile. «Abbiamo perso mediamente il 70% del fatturato — conclude il presidente dell’Unione radiotaxi — Ma proprio per questo motivo vogliamo che i clienti siano fidelizzat­i e non subiscano truffe. Anzi, siamo molto severi nel prevedere sanzioni in casi come questi: i tassisti rischiano, oltre una denuncia, anche giorni di sospension­e dal lavoro».

Il presidente Gobbo Ci sono finti tassisti che ci fanno persino cattive recensioni. Noi applichiam­o le tariffe

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Controlli gratuiti Uno dei cartelloni allestiti al «Marco Polo» per informare i passeggeri in arrivo della possibilit­à di sottoporsi a tampone

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