Il professore: «Sono strutture abbandonate Incidente colpa dell’uomo, non vanno eliminate»
«Quello studio citato dal prefetto in realtà è la mia tesi di dottorato .... » Gianmarco Lanzarin è professore di Geografia al dipartimento Culture e Civiltà dell’Università. E quella tesi, discussa a maggio 2006 dopo due anni di lavoro diventata poi una pubblicazione «subito esaurita, ma avevo stampato solo un centinaio di copie» racconta, gliel’hanno chiesta i carabinieri della compagnia di Caprino. Quelli che indagano sulla morte di Michele e Tommaso.
Professor Lanzarin quella tesi è arrivata al prefetto e viene ritenuta importante nelle indagini...
«È uno studio sugli elementi simbolici del territorio della Lessinia. Tra questi ci sono i baiti, che sono i “caseifici” di montagna, le stalle col tetto cimbro e, appunto le giassare. Oltre al censimento delle strutture contiene una mappa con tutti gli elementi e le coordinate Gps di ciascuna. Ho schedato tutte le 120 giassare».
Quelle che costellano la Lessinia e spesso sono abbandonate ....
«In realtà ce ne sono di due tipi. Quelle più grandi, “commerciali”, che si trovano vicino ai paesi e che hanno diametri importanti, fino a 15 metri di profondità. Erano elementi importanti nell’economia della Lessinia, tanto che c’era un proverbio: “na giassara mantien ‘na fameia”, diceva. Ed era vero. E poi c’erano quelle vicino alle malghe, come quella in cui sono morti Michele e Tommaso...».
Era lasciata a se stessa, quella giassara. E non era segnalata come pericolosa...
«Rispetto ad altre quella è anche piuttosto integra. Sono elementi abbandonati diventati parte integrante della montagna. Nel corso del Novecento sono stati fatti dei lavori, qualcuno ha provato a recuperarle. Alcune sono state messe in sicurezza, altre sono state addirittura riempite e fatte sparire... Nel 2006 l’allora presidente della comunità montana della Lessinia si era detto interessato a un lavoro di approfondimento sulle giassare, ma poi è decaduto e non ho più saputo nulla».
La Lessinia ha moltissimi manufatti abbandonati...
««Le giassare sono solo un esempio. Ci sono tantissime stallette, anfratti. Metterle in sicurezza tutte è praticamente impossibile»
Lei non vuole che le giassare vengano eliminate, cosa fare?
«Non voglio che la morte di Michele e Tommaso diventi un pretesto per farle sparire. La loro morte non è colpa della giassara, ma dell’incuria in cui è stata lasciata. È colpa dell’uomo, non della struttura. Si deve studiare un modo per avvisare e informare della loro presenza. Non solo sul pericolo, ma anche sul cosa sono. Spero che lo studio possa essere utile per questo. E perchè non accada mai più un dramma come questo»