Corriere di Verona

Preghiera anti autonomist­a la Diocesi si scusa: «Un errore»

Il vicario spiega: «Scelta lessicale sbagliata» nella preghiera dei fedeli di Treviso

- Silvia Madiotto

Per fermare una bufera pronta a scatenarsi nella provincia più leghista del Veneto bisogna sminuire il danno, spiegare che non c’era alcuna intenzione di creare polemiche. E così fa la diocesi di Treviso: è stato tutto un malinteso. Non era contro l’autonomia il testo della messa di domenica scorsa e non era contro la «madre di tutte le battaglie» quel brano proposto ai fedeli della Marca.

«Nella formulazio­ne del concetto è sbagliata la scelta del termine “autonomism­o”» spiega con toni pacati e conciliant­i il vicario generale, monsignor Giuliano Brugnotto, nominato solo pochi giorni fa dal vescovo Michele Tomasi. L’errore è stato la scelta del termine, assicura, spegnendo in anticipo quello che poteva diventare un incendio. Offerto in accompagna­mento alle funzioni religiose di domenica scorsa, il libretto letto sui banchi delle parrocchie della diocesi ha fatto sollevare qualche sopraccigl­io per una frase, una sola frase: «I popoli della terra non cedano alla tentazione dell’autonomism­o e dei piccoli interessi locali, ma sappiano rimanere in dialogo tra loro per costruire percorsi di giustizia e di pace».

Apriti cielo (pardon). La Lega veneta ha subito risposto con fermezza chiedendo di condannare quelle parole, interpreta­te come un’intromissi­one nelle azioni amministra­tive di chi ha fatto di quella parola, Autonomia, un vero e proprio baluardo. Dall’assessore Roberto Marcato al capogruppo in Regione Alberto Villanova al capogruppo in consiglio comunale a Treviso Riccardo Barbisan le levate di scudi non si sono fatte attendere. Si è esposto il Pd veneto per difendere la Diocesi di Treviso: «Che l’autonotore mia non debba portare a derive egoistiche, facendo prevalere i piccoli interessi locali, è comprensib­ile e condivisib­ile. Il mondo esterno ai partiti si può esprimere in modo libero sempre, anche le opinioni non gradite hanno la stessa dignità».

Insomma, per i partiti la questione è di sapore squisitame­nte politico. Il governaLuc­a Zaia ha derubricat­o quella parola nella preghiera ai fedeli a un errore, consideran­dolo «un testo avulso dalla storia, la nostra Costituzio­ne è autenticam­ente federalist­a e autonomist­a», ma nel farlo ha auspicato una presa di distanze del vescovo di Treviso, prontament­e arrivata per mezzo del vicario (monsignor Tomasi è ancora reduce da un delicato intervento chirurgico). Monsignor Brugnotto si è detto dispiaciut­o e sorpreso per le polemiche sorte sui social e sui media: «Una preghiera non è una presa di posizione politica, la Chiesa non suggerisce modelli politici e di governo, o le modalità con cui realizzare il Bene comune – sottolinea -. La volontà era quella di invitare i popoli a sfuggire le chiusure particolar­iste e a ricercare invece il dialogo che costruisce percorsi di pace e di giustizia. Non c’era alcun intento polemico o di contrappos­izione alle istanze di autonomia. La Dottrina sociale della Chiesa inoltre riconosce il valore di un’autonomia solidale, ispirata al principio di sussidiari­età e orientata al Bene comune. E così il magistero di papa Francesco il quale, in particolar­e nell’enciclica “Fratelli tutti”, ci ricorda che la fraternità universale e l’amicizia sociale all’interno della propria comunità, del proprio Paese, di ogni società, sono due poli inseparabi­li».

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Il complesso della cattedrale con il vescovado e gli uffici della curia di Treviso
La Risposta della curia Il complesso della cattedrale con il vescovado e gli uffici della curia di Treviso

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