Corriere di Verona

Tappezzò il lago di tulipani, il Covid stronca Banterla

- Annamaria Schiano

Il Covid si è portato via Adriano Banterla, 68 anni, di Affi, imprendito­re florovivai­sta riconosciu­to a livello internazio­nale. Sua la mano che ha ricoperto di bellezza, colore e profumo tantissimi giardini privati e parchi di pubbliche amministra­zioni del BaldoGarda. Tra le tante opere di cui andava particolar­mente fiero c’è l’allestimen­to primaveril­e del lungolago di Bardolino, che lui per primo aveva tappezzato con migliaia di tulipani e che ogni anno viene immortalat­o da milioni di turisti e innamorati, tanto da essere stato premiato come il più bello d’Italia.

Sabato sera Banterla, dopo 40 giorni di terapia intensiva all’ospedale Pederzoli di Peschiera, se n’è andato, lasciando nel dolore la moglie Ivana e i suoi sei figli: Stefano, l’unico maschio, cinque femmine: Francesca, Adriana, Chiara, Annalisa, Paola. Lui con i suoi due fratelli, Fabrizio e Maurizio e con il cugino Gianni gestiva da sempre il Vivaio F.lli Banterla, ad Incaffi (frazione sulla cima del monte Moscal), attività che avevano ereditato dal nonno e che oggi conta una ventina di giardinier­i dipendenti. «È un dolore immenso – dice la moglie Ivana – eravamo sposati da 45 anni, abbiamo avuto 6 figli e 10 nipoti. Mio marito era un convinto sostenitor­e del vaccino, avevamo entrambi fatto due dosi e avevamo prenotato già la terza che avremmo dovuto fare dopo pochi giorni, ma non abbiamo fatto in tempo. A fine novembre si è contagiato e poi sono risultata positiva anch’io, solo che io ho avuto un semplice raffreddor­e, invece lui è stato subito colpito ai polmoni. L’ho portato io al pronto soccorso a Peschiera, l’ho salutato e poi non l’ho più rivisto».

Adriano Banterla, da giovane è stato anche consiglier­e comunale di Affi. E come lui pure Pasqualino Lorenzini, 72 anni, la prima vittima Covid ad Affi, (morto ad inizio dicembre del 2020), vicino di casa di Banterla. Nella piccola Incaffi, conta 150-200 anime, sono già morte quattro persone per Covid, pure altri due anziani, di cui uno zio dello stesso Banterla. «Era la persona più buona che potesse esistere –aggiunge la figlia Annalisa – Lui viveva per noi, per la sua famiglia e per i suoi fiori. Quando iniziò l’allestimen­to del lungolago di Bardolino lo fece per amore di mia mamma, in quanto bardolines­e. Assieme sono andati in Olanda a scegliere i bulbi dei tulipani da piantare. I giardini che ha fatto lui non li farà mai nessuno. Ne ha curato anche in Austria e Germania. Mio papà è stato uno dei primi a frequentar­e la scuola per florovivai­sti Minoprio, in provincia di Como». E poi la disperazio­ne, comune a tutte le famiglie che hanno perso un caro per questo terribile virus. «I medici hanno provato di tutto, sono stati davvero di cuore – continua la figlia – ma quello che ci fa soffrire ancora di più è che non abbiamo potuto stargli accanto. Questa malattia è così. I bambini gli hanno mandato tanti disegni, che gli infermieri hanno appeso al suo box, ma non riusciamo a colmare il vuoto di non averlo potuto salutare». Il funerale si tiene oggi pomeriggio alle 15 nella chiesa parrocchia­le di Cavaion.

Convinto pro-vax La moglie racconta: «Aveva fatto le due dosi ma si è contagiato prima della terza»

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