Speedline riparte: gli operai lasciano uscire i camion
I cancelli ieri mattina hanno riaperto per i lavoratori, rientrati dalla pausa natalizia più lunga di sempre, e da oggi apriranno anche per far uscire dalla fabbrica i camion con le merci, bloccati dai primi giorni di dicembre, quando la proprietà svizzera del gruppo Ronal confermò la volontà, ora revocata, di chiudere la Speedline di Santa Maria di Sala. I carichi di cerchi per auto destinati, tra le altre, alle fabbriche Porsche, Ferrari e Maserati, hanno rappresentato in quest’ultimo mese un importante leva di pressione per i 605 dipendenti di quella che è l’azienda più popolosa del Veneziano: quando hanno saputo che la fabbrica avrebbe chiuso entro la fine del 2022, hanno allestito immediatamente un presidio all’ingresso, le bandiere di Fim e Fiom affiancate agli alberi di Natale, per impedire la consegna delle merci. Nel frattempo, la battaglia dello stabilimento di Tabina è presto divenuta la battaglia di tutta la provincia: il sindaco di Santa Maria di Sala, il sindaco della Città metropolitana di Venezia, la Regione, persino i vescovi delle diverse diocesi si sono uniti a privati, imprenditori, parlamentari veneziani, categorie e sindacalisti, tutti a fare muro perché quella che è considerata un’eccellenza dell’industria veneta non finisse sacrificata nell’ennesima delocalizzazione verso la Polonia.
La settimana scorsa, al secondo appuntamento convocato dal Mise, il Ceo di Ronal Oliver Brauner ha ritirato la decisione di chiudere, avviando a un reale confronto con governo, enti locali e sindacati su come rilanciare gli impianti di Santa Maria di Sala, che, ha sostenuto, perdono a causa della crisi dell’automotive un milione di euro ogni mese, anche a fronte di contratti esclusivi con i marchi più prestigiosi del settore. Ieri mattina, per oltre 4 ore, Cisl e Cgil hanno riunito gli operai in assemblea per spiegare nei dettagli cosa è avvenuto ai tavoli ministeriali e per poter decidere insieme i prossimi passi da compiere. Si è deciso così di lasciar passare i camion in uscita, un gesto distensivo che però non abbassa la guardia: usciranno solo i tir destinati ai clienti, ogni altra movimentazione di merce (che potrebbe servire ad accumulare magazzino fuori dal controllo degli operai) non sarà consentita. L’altra richiesta dei lavoratori è quella di far sedere ai tavoli di trattativa anche un advisor sindacale super partes, un soggetto terzo che possa controllare i dati (a cominciare dai bilanci presentati da Ronal) e proporre soluzioni.