Il coro e l’abside che risplendono di nuova luce
VERONA Un progetto complesso, come complessa è la stratificazione di arte e storia che caratterizza una delle chiese più preziose e antiche di Verona, quella di Santa Maria in Organo. È il progetto per l’illuminazione del coro e dell’abside che da oggi accende« le meravigliose opere lignee rinascimentali, il leggio e il coro intarsiati dal frate olivetano Giovanni da Verona, così come la pala dell’Assunta di Brandi, le tele di Paolo Farinati e gli affreschi di Francesco Morone. Promotore del progetto è stato il club lions Verona Re Teodorico che ha festeggiato così i suoi venticinque anni. La nuova illuminazione è stata presentata ieri sera dal parroco Romano Gaburro e da Luciano Dalla Riva, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Verona, con Diana Venturato, presidente del club Lions Re Teodorico, che hanno spiegato come si preveda l’estensione a tutta la chiesa, obiettivo che si auspica possa essere raggiunto a breve, con attenzione congiunta alla valorizzazione delle opere delle navate così come al risparmio energetico grazie alla tecnologia a led e di cavi all’avanguardia. Il primo step della nuova illuminazione (a cura di Performance in Lighting) «finalmente – ha spiegato Dalla Riva - rende visibili i grandi teleri di Farinati e le opere di una chiesa che è stata una vera e propria palestra di tanti artisti del ‘400 e ‘500 veronese». «Una storia nata da una persona a me cara, Anita Peloso Vallarsa, - ha aggiunto Silvano Pedron del club Lions – che, sul finire della sua vita, con la sua donazione ha dato il via a questo progetto». «Non una cattedrale nel deserto – ha commentato Martino Signoretto, vicario episcopale della Cultura –, ma qualcosa che si riscontra già nello stupore dei visitatori».
Camilla Bertoni