Corriere di Verona

Tezenis, rimonta di carattere contro Mantova

Gara 1 dei quarti: la Scaligera va sotto all’inizio ma dopo l’intervallo arrivano ritmo e solidità difensiva

- Matteo Sorio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La difesa a zona di Mantova è una gatta da pelare. Ma la Scaligera è una squadra che si parla, si cerca, sa scavare dentro di sé, fino a risolvere un incipit di playoff che più scomodo non si poteva. Gara 1 dei quarti di finale di A2 è di Verona, 68-64, e lascia intendere che anche martedì, di nuovo al Forum, sarà un bel risiko. La primissima mossa di Valli in questo round d’avvio è stata Cortese, un’ala, su Anderson, guardia, e che gli Stings avrebbero puntato il focus sullo scorer di Ramagli era previsto. Che questa sia una serie da sportellat­e sotto canestro, poi, lo dimostrano i problemi di falli dei due pivot, Iannuzzi e Pini. Su 15 punti al 10’, ben 12 se li è dovuti prendere in area, Verona, cercando spesso un Candussi alla lunga decisivo col suo 6/12 condito da 9 rimbalzi. Senza palla, Mantova ha messo sul tavolo la carta della zona dal 2° periodo in poi. Una zona 3-2 fastidiosa per la Tezenis, che per tutto il 1° tempo non ha trovato sfoghi dall’arco, 1/11 da fuori all’intervallo e 5 palle perse tra 10’ e 20’. Sul 21-24 è parsa chiara la difficoltà ad aprire il campo contro una Mantova cui, peraltro, al 19’ è capitato il guaio del ko di Spizzichin­i, brutta botta alla schiena.

Al break — dedicato all’ospite speciale Mike Iuzzolino, qui anche per gara 2 prima di rientrare negli Usa — spiccava il gap di fatturato tra Anderson e Potts: 3 punti il cannoniere Tezenis, 12 punti il tiratore di Valli. Nella sua zona, Mantova ha chiesto a un lungo come Iannuzzi di uscire spesso sull’angolo di Anderson. Altro ostacolo, per la Scaligera, i 4 falli di Pini già al 23’, causa di un metro arbitrale discutibil­e. L’apice delle difficoltà, Verona, l’ha toccato sul -10. Finché Anderson, con una tripla+libero, ha mandato a sedere Iannuzzi. Rispetto a Candussi c’è stato meno apporto offensivo, sponda panchina, dai giovani Grant, Udom e Casarin. E dopo 30’ l’asse fondamenta­le, Johnson-Anderson, segnava il 28% dei punti di squadra contro il 41% medio stagionale. Una situazione inusuale per una Scaligera brava a imporre la fisicità, piazzando un 13-2 negli ultimi minuti figlio della durezza nel pitturato, vedi i 10 rimbalzi di Johnson, delle buone difese di Anderson su Potts, solo 4 punti nella ripresa, e della freddezza di Rosselli. Altro bel segnale: Verona «avara» di palle perse, 8 alla fine contro le 16 di media in regular season. «Abbiamo spaccato la gara con l’intensità difensiva», dice Ramagli, in disaccordo con Valli, che aveva lamentato i «13 liberi contro i 31 di Verona» parlando di «fischi a noi sfavorevol­i».

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