Scaligera, l’illusione della rimonta
Gara3 degli ottavi: doppiata nella prima frazione, la Tezenis recupera fino a -2 poi paga il 32% al tiro
L’attacco di Verona gioca la peggiore di tre gare già di per sé complicate. E Mantova, limitando capitan Rosselli e soci al 31,7% grazie a una difesa a zona nuovamente scomoda, costringe la Tezenis alla terza sconfitta del suo 2022.
Il 66-59 di ieri sera riapre la serie e costringe Verona a tornare già domani a Mantova dove — ore 18 — si giocherà una gara 4 da coltello fra i denti. Lo lascia intendere anche il punteggio fin qui complessivo di questi quarti di finale di A2 sommando i tre round: 195 a 195. In gara 3 il plot non è cambiato, cioè Mantova in costante vantaggio, senza mai «ammazzare» il match, e Verona a risalire la china, fino al -4 a due minuti dalla fine. A differenza delle due sfide viste qui al Forum, è mancata la forza per lo strappo finale. Del resto Mantova, settima in campionato nel girone Rosso, il ticket-playoff conquistato sulle ultime curve, sta ottenendo risultati tattici indiscutibili. Fin qui ha eroso le percentuali dall’arco di Verona, abituata a tirare col 35% da fuori in stagione: 17% in gara 1, 24% in gara 2, il 20% ieri sera. Gli esterni di Ramagli stanno poi soffrendo la zona degli Stings, resa ulteriormente indigesta dalle uscite dei lunghi negli angoli per togliere visuali: Anderson sta tirando nella serie con 10/35 dal campo, Caroti con 3/22, Rosselli con 6/19 e Udom ha segnato appena 2 punti in tre gare. Alla Grana Padano Arena queste pericolose tendenze offensive si sono intensificate, vedi anche il ritorno a un bilancio passivo tra assist e palle perse, 9 a 11. E per una volta la difesa non è bastata. È scivolata inoltre, Verona, sulla buccia di banana del nervosismo: dall’espulsione repentina di Johnson, prima opzione offensiva insieme a Anderson, è seguita tutta una serie di rigidità e problematiche, con la palla, accentuate dal fatturato pressoché zero di Caroti, Udom e Candussi. Ecco allora i quattro uomini in
Match point sprecato
Grande intensità nelle sfide tra la Staff Mantova e la Scaligera nella serie degli ottavi di finale. Nella foto Tamassia, una difesa di Pini ieri sera sul parquet lombardo, dove la Tezenis ha pagato una bassissima precisione al tiro, addirittura attestata al 32% doppia cifra di Mantova, agrappata a Iannuzzi sotto, e a Potts, Cortese e Lagana sul perimetro. Orfani di Stojanovic, tra i migliori in gara 1 e 2, i padroni di casa sono stati in grado di trarre il massimo dal rientro di Spizzichini, continuando a mischiare quintetti atipici e sfruttando di nuovo l’impatto fisico di Basso. Il punto è che Verona non è riuscita a replicare la più costante intensità di Mantova.
Il tiro calava al 31% già nel 1° tempo, con l’attacco che non riusciva a trovare alternative sotto a Johnson e faticava ad aspettare Anderson. Una Tezenis doppiata, a un certo punto, fino a toccare il -14, massimo svantaggio accusato nella serie. Pessimo il primo quarto, 29-14 per gli Stings, dei quali bisogna ricordare peraltro il 16/29 ai tiri liberi: senza quel deficit avrebbero preso ancor di più il largo. Verona, che è riuscita a costruire gioco soprattutto con Rosselli, 6 assist, e ha ottenuto qualcosa giusto da Grant sponda panchina, ha tra le mani un altro match-point per chiudere la serie.