I gemelli diversi dei servizi
Lapam ha 11.000 ditte iscritte (artigiane, piccola industria, commercio e professioni) e 650 addetti. Dall’altro Confartigianato Vicenza, la più grande in termini di associati che raggiungono 14.000 realtà (artigiane e piccola industria), con ricavi complessivi di 35 milioni e oltre 400 addetti.
Questa iniziativa è inedita, originale e promettente. Vediamo perché. È inedita per la chiarezza del disegno strategico che l’ha generata: imparare dall’esperienza altrui, per innovare modelli e approcci alla rappresentanza datoriale. Da una parte, c’è Lapam con 55 sedi nelle due province, e dall’altra c’è Vicenza con 5 aree vaste, che aggregano 13 mandamenti con le loro 20 sedi locali. In entrambe le realtà è in atto una profonda riorganizzazione interna ispirata all’orientamento per processi, sostenuta dalla trasformazione digitale e dalla transizione ecologica, propedeutica all’innovazione del radicamento territoriale in chiave non solo economica, ma anche sociale. È come dire che ai Piccoli non servono solo servizi, ma anche presenza capillare per dare identità, significati e senso di appartenenza, che in una società e in un’economia erratica e veloce sono la stella polare per tutte le persone disponibili ad assumersi il rischio d’impresa. L’iniziativa è anche originale, perché progettata da due «gemelli diversi», cresciuti nell’alveo di territori che esprimono storie e sensibilità politiche diverse, ma che sono accomunati dal pragmatismo al servizio di quel bene comune che di nome fa Lavoro e Impresa. Da una parte, il pragmatismo cooperativo emiliano e dall’altro il pragmatismo (più) individualista vicentino e del Veneto tutto: rendersi disponibili a prendere il meglio da entrambi è una dichiarazione di umiltà, propedeutica a percorsi ragionati di innovazione gestionale. Infine, il meeting di Modena è promettente, perché indica in modo non equivoco il ruolo che i corpi intermedi sono chiamati a svolgere in questo primo scorcio di Terzo Millennio: non più solo adoperarsi per rappresentare e supportare le imprese iscritte, ma pensare l’«associazione come impresa». Non si corre il rischio di annacquare la natura dei corpi intermedi, perché il modello a cui tendono Lapam e Confartigianato Vicenza è la «purpose driven organization», che si ispira a questi valori: dignità, solidarietà, pluralità, sussidiarietà, reciprocità e sostenibilità. L’auspicio è che non resti un caso isolato.