Un caso l’affidamento diretto degli impianti sportivi
Campi vicini alle piscine Monte Bianco: la decisione dopo le gare deserte. Indaga la procura
VERONA La Procura della Repubblica di Verona indaga sull’affidamento degli impianti sportivi alla società De Stefani, che gestisce l’area vicina alle piscine Monte Bianco, in via Gran Sasso, a San Michele Extra. Lunedì scorso, su ordine del sostituto procuratore Elisabetta Labate, negli uffici comunali del settore Edilizia Sportiva sono stati acquisiti alcuni documenti relativi alla vicenda.
La gara pubblica per la concessione di quegli impianti era andata per tre volte deserta, senza che a Palazzo Barbieri arrivasse alcuna offerta. A quel punto, il dirigente del settore, con una sua «determina» del 3 luglio 2020, aveva deciso comunque l’affidamento (per due anni rinnovabili) degli impianti alla società Ssd Css, che li aveva gestiti anche in precedenza. Sulla vicenda aveva presentato un esposto in Procura il capogruppo del
Pd a Palazzo Barbieri, Federico Benini. Il centro sportivo è composto da una piastra polivalente, cinque campi da calcio a cinque in erba sintetica, dall’impianto di illuminazione, dalle tribune, dalla palazzina servizi con spogliatoi, dal bar e dal magazzino. Benini aveva presentato un esposto non solo alla Procura della Repubblica ma anche a Corte dei Conti del Veneto, Guardia di Finanza e Comando provinciale dei Carabinieri.
Secondo il capogruppo dem, l’affidamento dell’impianto (che è collegato alle vicine piscine Monte Bianco, gestite da un’altra società) avrebbe causato un danno erariale (per mancati introiti) di oltre 600mila euro. Palazzo Barbieri aveva ribattuto che la «determina tecnica» era invece motivata dalla necessità di non chiudere l’impianto, prima con una conduzione propria e poi con l’affidamento della conduzione temporanea - e non la concessione - allo stesso soggetto per evitare la sicura chiusura, aggravata ovviamente dall’arrivo della pandemia.