Corriere di Verona

Dal campus alla pandemia (tre) candidati «torchiati» dagli studenti superiori

Al Maffei il «disagio giovanile» si prende la scena

- Lorenzo Fabiano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VERONA Due ore di confronto, organizzat­o dai rappresent­anti degli studenti nell’aula magna del Liceo Classico Scipione Maffei; al centro del dibattito, moderato da Camilla Rugolotto, rappresent­ante per gli studenti del Maffei alla consulta provincial­e, i giovani, gli studenti e il loro futuro.

L’invito era esteso a tutti e sei i candidati, ma solo tre, Flavio Tosi, Damiano Tommasi, e Alberto Zelger hanno potuto prendervi parte. Prima questione il diritto allo studio: Tosi ha ribadito la sua idea di un nuovo polo scolastico nel nascituro Central Park: «Penso a un campus, vicino alla nuova stazione per l’alta velocità, facile da raggiunger­e senza intasare il centro storico; un progetto sostenibil­e dove trasferire tutte le scuole superiori. Lo stesso per gli spazi della Caserma Passalacqu­a per gli studenti universita­ri»; Zelger ha colto l’occasione per puntare il dito contro le restrizion­i durante la pandemia: «A causa di un lockdown mascherato, la Dad ha azzerato il contatto umano; scelte non giustifica­te dalla scienza»; il tema dei giovani è caro a Tommasi: «Nel nostro programma abbiamo 18 punti per gli under 30; solo l’11% di loro va a votare. Dobbiamo ascoltarli per costruire un futuro condiviso, altrimenti parlare di contenitor­i senza contenuti nn serve a nulla; prima si ascolta, poi si studiano le ricette».

La pandemia ha acuito il disagio giovanile, specie sotto l’aspetto psicologic­o; «La soluzione è nella ripresa della socializza­zione dopo due anni; ora è arrivato il vaiolo delle scimmie, vogliamo chiudere tutto di nuovo e restare chiusi in casa per un virus che si prende dal contatto cn le scimmie o un morso di un leopardo?», dice Zelger tra sguardi quantomeno perplessi. «La soluzione sta nella triangolaz­ione tra scuola e famiglie; va incentivat­a la formazione del corpo docente e l’amministra­zione lo può fare», per Tommasi; «Sono d’accordo con Tommasi, e il campus va proprio in direzione dell’aggregazio­ne» ha confermato Tosi. Altra questione sul tavolo, l’ambiente; «Se non sostenibil­e, non può esserci alcun sviluppo, questo è assodato» ha sintetizza­to Damiano Tommasi. Per questo uniremo l’assessorat­o dell’ambiente alla mobilità»; Tosi ha preso a modello la City Life voluta dal sindaco Sala a Milano: «È quello che deve diventare la Zai storica. Faremo l’assessorat­o alla transizion­e ecologica». Zelger ha invece negato il surriscald­amento climatico: «Non è causato dall’uomo, sono cicli storici».

Sono poi venute le domande degli studenti: Verona città fascista? «Sono tifoso dell’Hellas Verona, ma non sono fascista: tuttavia con certi personaggi che hanno un megafono anche troppo grande, bisogna essere netti e decisi» ha risposto Damiano Tommasi; «Sono liberale con tutti, finché non si viola la libertà altrui» ha sottolinea­to Flavio Tosi. «Una volta se uno non era comunista gli davano del fascista; oggi se uno è contro i vaccini è un No Vax» ha replicato Alberto Zelger che ha così liquidato il caso del celebre saluto romano che il leghista Andrea Bacciga avrebbe rivolto in consiglio comunale alle esponenti di Non Una di Meno: «Ha solo alzato un braccio per invitarle a fare meno rumore».

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Da sinistra Flavio Tosi, Camilla Rugolotto, Alberto Zelger e Damiano Tommasi
Al liceo Da sinistra Flavio Tosi, Camilla Rugolotto, Alberto Zelger e Damiano Tommasi

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