Corriere di Verona

Lorenzo Maragoni è «campione» di poesia

Sul podio Performer, attore e regista, ha insegnato di scienze statistich­e dell’Università di Padova

- Alice D’Este

«Ieri sera, come tutte le persone che si organizzan­o all’ultimo minuto, ho preso un treno da Torino e sono arrivato a Parigi. Mentre scendevo alla Gare de Lyon e realizzavo che in Francia si parla francese, lingua in cui il mio livello è “Pain au chocolat”, realizzavo anche che è la prima volta che esco dall’Italia da tre anni a questa parte. È veramente emozionant­e». Ha raccontato così su Facebook il suo arrivo a Parigi per la «Poetry slam world cup» Lorenzo Maragoni. Performer, poeta, attore e regista, ex studente e docente a contratto di scienze statistich­e dell’Università di Padova, Maragoni, classe 1984, il 28 maggio la competizio­ne l’ha pure vinta ed è diventato campione del mondo di Poetry Slam, davanti ad una ventina di colleghi.«Ho iniziato a fare slam nel 2018, per caso - racconta- sono andato a vedere un amico che lo faceva a Portogruar­o e la serata mi ha folgorato. Appena sono tornato a casa mi sono messo a cercare altre date. C’era un appuntamen­to a Padova al Portello due giorni dopo». Quella sera Maragoni, che da anni già calcava il palcosceni­co a teatro, ha portato tre poesie di quelle scritte nel tempo libero. E ha vinto.

«A quel punto pensavo di aver capito tutto prima ancora di cominciare - scherza - col tempo mi sono accorto che la tecnica va affinata e studiata approfondi­tamente. Durante un Poetry slam hai tre minuti per la performanc­e». Maragoni, che in quel momento insegnava a Padova, ha deciso di dedicarsi anima e corpo a questa nuova sfida. È entrato nella Lega italiana Poetry slam (Lips) e nel 2019 è arrivato in finale nazionale a Ragusa. Nel 2021, dopo aver partecipat­o a «Italia’s got talent» è arrivato di nuovo in finale a Torino. E poi, il mondiale a Parigi. «Lì quello che mi ha colpito di più è stata proprio la capacità di “risonanza” dei contenuti dei pezzi con la sensibilit­à di un pubblico internazio­nale - dice - un pezzo che ho portato sui 20 anni in cui ragiono sull’incapacità di rassegnarm­i all’invecchiam­ento ha avuto un successone».

La poesia di Maragoni, a tratti molto comica, racconta l’attimo. E lo fa senza lasciare che sia il testo a decidere il ritmo. «Preparare un pezzo per me significa scrivere qualcosa e poi andare a camminare per la città e recitarlo - dice- non lo imparo a memoria, però, sto a vedere quello che mi ricordo. Di fatto nel passaggio tra scritto e parlato cominci a pensare in funzione del pubblico e riduci il testo. Scrivere per il pubblico vuol dire raccontare una parte di sé che potrebbe essere anche parte di chi ti ascolta. E di solito funziona».

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Versi Marangoni è originario di Terni, da anni vive a Padova

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