Corriere di Verona

Giostra impazzita Ferita ragazzina

- (gi.co.) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CAMPOLONGO MAGGIORE È l’incubo di ogni genitore che cerca di non pensarci troppo ogni volta che il figliolett­o sale sulle giostre. Sabato però è successo davvero, una bimba di appena 11 anni è rimasta gravemente ferita durante un giro sul «polipo», la sua gamba spezzata. Sabato la piccola era con i genitori e alcuni amici alla sagra di Santa Maria Assunta di Bojon, a Campolongo; dopo la cena, e nonostante il maltempo, alle 22 i bambini vogliono salire sull’unica giostra in funzione sotto la pioggia, la «crazy dance». Si tratta di un’attrazione composta da un albero rotante centrale da cui partono, a raggi, diversi bracci, ognuno ospitante una «navicella» da uno o più posti a sedere; quando si attiva, la giostra alterna altezza e direzione delle sue sedute. Quasi alla fine della corsa, è previsto che la macchina «finga» di aver concluso il giro, salvo ripartire a tutta forza e a luci spente per il massimo stupore dei suoi passeggeri. Sabato però, forse a causa della pioggia, forse per un malfunzion­amento, sembra che la macchina abbia insistito un po’ troppo nella pausa - questa è la versione della famiglia - tanto che la bambina ha pensato che davvero la corsa fosse terminata e ha fatto per uscire; come ha messo fuori la gamba il «polipo» si è riavviato e il piede è andato a sbattere contro il pilone di sostegno. Inutili le urla e le richieste d’aiuto dell’undicenne: il personale dell’impianto le ha confuse in mezzo agli strilli divertiti e anche dopo, quando la bimba è stata raggiunta dal giostraio, l’uomo non ha capito la gravità della ferita e anzi ha rimprovera­to la piccola, ricordando­le che sporgersi o scendere dalle giostre prima che arrivi il segnale di fine giro è molto pericoloso. Subito i genitori hanno portato la figlia all’ospedale di Piove di Sacco, dove le è stato diagnostic­ato il distacco epifisario di tipo due della tibia e la frattura del terzo distale del perone; insomma servirà un gesso, forse un’operazione di riduzione, e non è esclusa una percentual­e di invalidità permanente. La famiglia si è ora rivolta agli avvocati di Studio 3A.

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