Cancellieri, l’uomo del futuro gialloblù che piace a Mancini
L’attaccante, 20 anni, e la stagione della verità
L’Hellas si tiene ben stretto Matteo Cancellieri, il talento del futuro è tutto suo. Questa stagione è valsa come un antipasto assaggiato a metà, una sorta di promessa per quel che potrà essere.
Intanto, ad accorgersi di Cancellieri è stato Roberto Mancini. L’Italia è da ricostruire — e per chi ne avesse richiesto una conferma, la lezione impartita dall’Argentina agli azzurri mercoledì sera, a Wembley, è stata fin troppo eloquente — e il commissario tecnico della nazionale si affiderà, per farlo, ad un’ampia covata di giovani. Tra di loro c’è proprio Cancellieri, chiamato prima per uno stage a Coverciano (con lui altri due gialloblù, Nicolò Casale e Diego Coppola) e dopo inserito nella lista dei selezionati per i prossimi impegni. Si apre, ora, la fase delle gare di Nations League con Germania, Ungheria e Inghilterra e il gioiellino gialloblù è stato inserito dal ct nella lista dei 38 azzurri. Sarà Mancini a verificare quanto il ragazzo sia pronto, in un gruppo in cui c’è pure Gianluca Caprari. Comunque sia, rimane certa la considerazione per il potenziale di un giocatore che ha già dimostrato con l’Under 21 di Paolo Nicolato di saper essere decisivo. E se il livello dell’Italia dei «grandi» è un discorso evidentemente differente, il domani di Cancellieri lo dovrà scrivere il diretto interessato. Nello scorso campionato gli spazi, per lui, sono stati limitati.
Eusebio Di Francesco gliene aveva dati molti, lanciandolo subito, sia durante la preparazione estiva che in Coppa Italia, all’esordio: l’Hellas vinse per 3-0 col Catanzaro, al Bentegodi, e Cancellieri fu il migliore del Verona. Di Francesco gli ha dato ulteriori opportunità. Cancellieri ha esordito in Serie A nella partita col Sassuolo, poi è stato schierato con l’Inter e il Bologna. L’Hellas di DiFra andò a picco, l’allenatore venne esonerato e con Igor Tudor il minutaggio di Cancellieri è scemato. Questione di scelte, di impostazione tattica, del rendimento elevatissimo del trio d’attacco composto da Antonin Barak, Caprari e Simeone. Con Tudor, Cancellieri avrebbe dovuto spostarsi sulle fasce, coperta da «titolarissimi» quali Davide Faraoni e Darko Lazovic, con compiti poco ritagliati attorno alle caratteristiche di un giocatore votato molto a proporsi in avanti e meno a rientrare. Tant’è, Cancellieri, nel resto del girone d’andata, ha raccolto rari sprazzi. Non che Tudor abbia mai dubitato dei suoi mezzi. In Coppa Italia, con l’Empoli, Cancellieri è stato titolare e ha segnato il primo gol tra i professionisti, dopo averne collezionati in abbondanza nelle giovanili, alla Roma (il club in cui si è formato) e nella Primavera del Verona, trascinata alla promozione, nel 20202021, da capocannoniere del torneo. A quel punto ci si è messa la sfortuna a rallentare Cancellieri, stoppato prima dal Covid, dopo da un problema muscolare e da una distorsione alla caviglia.
Di nuovo con l’Empoli, stavolta in campionato, Tudor l’ha inserito per spingere l’Hellas, in svantaggio, a rincorrere il pareggio. Detto, fatto, ecco la magnifica rete dell’1-1 firmata da Cancellieri, la corsa verso la panchina, l’abbraccio proprio con Tudor. L’omone di Spalato, tuttavia, non ha offerto grosse chance, di lì in poi, a Cancellieri. Sarà Gabriele Cioffi, di qui in poi, a lavorare sul suo sviluppo. L’Hellas ha in casa un tesoro possibile, tutto da scoprire per certi versi, per cui ci sono già tanti interessamenti (Sassuolo, Bologna e Udinese). Il Verona crede in Cancellieri, che gli osservatori paragonano a Federico Chiesa per come si muove e per i colpi che ha. I confronti sono sì suggestivi ma, allo stesso modo, lasciano il tempo che trovano. Per adesso, Cancellieri viene messo alla prova da Mancini negli allenamenti dell’Italia. Dopo, per lui, ci sarà da pensare al salto di qualità da fare con l’Hellas, a cominciare dal ritiro che inizierà tra circa un mese a Primiero San Martino di Castrozza.
A vent’anni, e questa è una certezza, Cancellieri ha il mondo in mano. O meglio, nei suoi piedi. Soprattutto quello sinistro, con cui sa fare cose sopraffine.
In campo Chiuso da Barak, Caprari e Simeone, ora potrà trovare nuove chance