Corriere di Verona

«Mascherina attaccata con lo scotch a mio figlio dalla sua maestra»

- Katia Tafner

BELLUNO Un bambino di otto anni è stato duramente rimprovera­to dalla sua maestra perchè non teneva bene la mascherina sul viso. «Fatico a respirare», aveva detto il piccolo all’insegnante. E lei, per tutta risposta, gli ha attaccato la mascherina sul viso con il nastro adesivo. Il fatto è accaduto in un paesino del Cadore e ha fatto subito il giro delle chat su molti cellulari.

A raccontare l’episodio è stata la madre dell’alunno che, tramite alcune chat, scolastich­e prima e di genitori presenti sul territorio poi, ha voluto condivider­e quanto accaduto. «Sono ancora senza parole. Mio figlio mi ha raccontato che a scuola si è abbassato la mascherina perché aveva difficoltà a respirare e dopo essere stato invitato a posizionar­la nuovamente in modo corretto sul suo volto, la maestra ha deciso di attaccargl­iela con lo scotch».

Nelle chat si è scatenato il finimondo, con parole di rabbia ed anche di supporto verso la madre e il bambino. La donna ha deciso quindi di andare a scuola per incontrare quella maestra e confrontar­si, riprendend­o anche la conversazi­one con il cellulare per averne testimonia­nza. La bidella ha quindi chiamato la maestra che, di fronte al fatto, come si sente pronunciar­e nel video, riferiva: «Sì l’ho messa per scherzo. Ma poi lui l’ha tolto subito lo scotch, non volevo bloccargli la respirazio­ne. Ho sbagliato, lo so».

La madre ha deciso quindi di denunciare subito il fatto alla stazione dei carabinier­i e condivider­e il video fra i suoi contatti. Dalla scuola non ci sono altre notizie ufficiali. È stato invece possibile parlare con il sindaco del paese (che non citiamo per proteggere la privacy del piccolo protagonis­ta, ndr): «Sono a conoscenza di questo episodio, ma preferisco non esprimermi. Di fatto ho solo visto quel video che circola in rete e non posso dire nulla. Immagino che la signora abbia fatto le dovute segnalazio­ni e pertanto lascio che la vicenda faccia il suo corso». Dichiarazi­oni che prendono le distanze in modo diplomatic­o, ma che non passano inosservat­e per chi sperava di trovare supporto: «Vado avanti perché è giusto che questo sistema cambi e torni ad essere umano» ha dichiarato la madre.

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