La verità dell’ex assessore sul centro sportivo affidato senza gara: girai io l’esposto alla procura
VERONA «L’esposto in Procura sul Centro Sportivo De Stefani? L’ho fatto arrivare io!». L’ex assessore comunale Andrea Bassi interviene per la prima volta su di una vicenda per la quale, come ha scritto il Corriere di Verona, la magistratura sta indagando ed ha proceduto al sequestro di incartamenti a Palazzo Barbieri, per ordine del sostituto procuratore Elisabetta Labate. Riassumiamo: la gara pubblica per la concessione degli impianti sportivi accanto alle piscine Monte Bianco, a San Michele Extra, era andata per tre volte deserta. A quel punto, il dirigente del settore aveva deciso l’affidamento degli impianti alla società Ssd Css, che li aveva gestiti in precedenza. Sulla vicenda aveva presentato un esposto in Procura il capogruppo del Pd, Federico Benini. Ma adesso l’ex assessore di Verona Domani (che si era dimesso il 14 dicembre, dopo una furibonda baruffa in giunta) racconta una storia diversa.
Bassi ricorda che proprio sul tema della concessione d’impianti sportivi lui aveva espresso «dubbi e preoccupazioni che quasi sempre si riferivano a fatti accaduti prima della mia nomina ad assessore». Proprio sul Centro De Stefani, poi, Bassi spiega di aver ricevuto «a fine ottobre 2021 un esposto di un cittadino che mi segnalava tutta una serie di gravi irregolarità». Bassi afferma che l’esposto venne protocollato ma aggiunge: «Non avendo ricevuto alcun riscontro né dal sindaco né da nessun’altro organo dell’Amministrazionon ne, ho scelto di trasferire alle autorità competenti l’esposto». Da Palazzo Barbieri si spiega che quell’esposto in realtà era indirizzato a Bassi ma anche alla Procura, ed era stato subito girato al Direttore Generale che, come è regola precisa in questi casi, l’aveva a sua volta «girato» subito alla stessa Procura. Sul piano politico, poi, Bassi sostiene che «nei mesi successivi il clima interno alla Giunta si surriscaldò ulteriormente, culminando in una turbolenta riunione dove ebbi un acceso diverbio con un collega assessore (Filippo Rando, ndr), usando toni certamente non opportuni e per i quali mi scusai il pomeriggio stesso, ma l’oggetto di quella discussione – precisa - non fu la questione De Stefani, ma una delibera di elargizione di contributi economici. Dopo quei fatti – conclude Bassi - uno dei gruppi di maggioranza (la Lega, cui appartiene Rando, ndr) minacciò l’uscita dalla stessa e chiese il mio allontanamento ed io, sentendomi fortemente a disagio e non avvertendo più la fiducia necessaria, decisi di sollevare me stesso e tutte le parti dall’imbarazzo rassegnando le dimissioni».