Muretti, vigneti, cantine sulle pendici del Renon
Sopra Bolzano, un tour nelle terre del Santa Maddalena e dell’uva Schiava Piccoli produttori, una storia che comincia nel medioevo, fra boschi e sentieri
Sono almeno una decina le cantine che si possono visitare lungo uno dei percorsi enoturistici dedicati al Santa Maddalena Classico. Si seguono le vie di campagna e ci si inoltra tra la storiche pergole d’uva Schiava: tra i punti di interesse ci sono la Chiesa di Santa Maddalena e di San Lorenzo. Uno scenario che si allunga per 3,5 chilometri a piedi snodandosi tra muretti in pietra, vigneti e storiche cantine. Tra queste Eberlehof , Kandlerhof , Plonerhof, Trogerhof, Tenuta Obermoser, 9 Fliederhof, Maso Untermoserhof, Glögglhof , Zundlhof e Griesbauer.
Ma si può anche optare per un percorso più completo di circa 16 chilometri con un dislivello di 690 metri. Una escursione circolare che conduce alla scoperta altresì degli antichi vigneti della coltivazione Classica di Santa Maddalena sparsi sulle scoscese pendici del Renon sopra la città di Bolzano. Partendo dalla città di Bolzano il percorso si snoda lungo sentieri boschivi, risalite e in parte stradine secondarie che scendono fino al borgo di Santa Giustina, dove ha sede anche la Tenuta Loacker.
Lungo l’intero percorso si susseguono gli scorci panoramici sulla città di Bolzano e sui vigneti antichi. Il S. Maddalena è il vino rosso Doc autoctono della città di Bolzano, da uve coltivate sin dal Medioevo, a nord-est del centro storico, nel quartiere di Rencio. È caratterizzato principalmente dal vitigno Schiava con, talvolta, qualche tocco di Lagrein o Pinot Nero.
I vini di questa zona sono riconosciuti storicamente come vini del Tirolo meridionale: dal 1923 esiste il «Consorzio di Tutela del Santa Maddalena» per la salvaguardia di questo prodotto. Tutti i vini da uva Schiava della zona di Bolzano possono vantare l’appellativo S. Maddalena, ma si differenzia, in etichetta, il S. Maddalena «Classico» coltivato e prodotto dai vigneti che stanno all’interno della zona triangolare definita tra il torrente Talvera, il fiume Isarco e il monte Tondo. Il 90% dei produttori sono piccole aziende familiari ed ogni anno vengono prodotte circa 2.000.000 di bottiglie.
«Il turismo è un comparto davvero importante — spiega il direttore del Consorzio Vini Alto Adige Eduard Bernhart —. Dell’Alto Adige i turisti apprezzano l’ospitalità e le molteplici possibilità di compiere attività all’aria aperta come escursioni a piedi e tour in Mtb per ogni grado di difficoltà e preparazione».
In tutto l’Alto Adige, infatti, si snodano percorsi e sentieri che conducono ai luoghi d’origine dei vini più pregiati. «L’Alto Adige — continua il Direttore Bernhart — è una delle regioni vitivinicole più piccole d’Italia, appena 5.600 ettari vitati, ma grazie alla sua particolare posizione geografica tra nord e sud e al suo clima mite è anche una delle più ricche di sfaccettature. Vengono qui infatti coltivati oltre 20 vitigni diversi su terreni di varie conformazioni e a diverse altitudini. Questo permette alle oltre 270 cantine presenti sul territorio di offrire dei prodotti dall’origine inconfondibile».
L’enoturismo conta un patrimonio storico molto vasto, la viticoltura ha più di 3.000 anni e il vino è uno dei primi prodotti esportati dell’Alto Adige. Poi ci sono le Dolomiti con gli innumerevoli sentieri, le piste ciclabili e pedonali. All’ultima edizione di Vinitaly è inoltre stato reso noto il rapporto sull’enoturismo stilato da Città del Vino, Donne del Vino e Associazione Puglia in Più dove i territori top five in Italia per l’enoturismo vedono il Trentino Alto Adige alla quarta posizione: i principali fattori di attrattività sono di contesto come la cultura e l’arte, il paesaggio, a seguire la qualità e la notorietà dei vini, la capacità di accogliere gli stranieri e la varietà dei territori.
Si evidenzia inoltre come il nuovo enoturismo sia di tipo esperienziale. Si va ad abbinare il vino alle altre risorse del territorio e si predilige l’aria aperta. Anche se i tempi si riducono verso vacanze di breve durata e di prossimità. A Nord Ovest si registra inoltre la più alta percentuale di presenza di turismo straniero, circa il 45% del totale italiano con in vetta Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Belgio e Austria, seguito dal Nord Est e dalla Toscana.