Camminando col santo C’è un paese sulla strada
DLa rievocazione delle ultime ore di Antonio, da Camposampiero all’Arcella in costume Cinque tappe 59 anni dopo l’ultima volta «Giornata di storia, fede, valori e identità»
a Camposampiero all’Arcella, passando per San Michele delle Badesse, Campodarsego e Cadoneghe, fino ad arrivare alla periferia di Padova. È il percorso che fece Sant’Antonio da Padova insieme ai suoi confratelli nelle ultime ore prima di trovare la morte, alle porte della città, il 13 giugno 1231. Ed è lo stesso tragitto che percorreranno centinaia di figuranti vestiti con costumi d’epoca, domenica 12 giugno. A distanza di 59 anni dall’ultima rappresentazione, torna per la quarta volta nella storia (dopo le edizioni del 1931, 1946 e 1963) la «Rievocazione Storica del Transito di frate Antonio» per ricordare le sue ultime ore, quando chiese di essere portato nell’amato convento padovano di Santa Maria Mater Domini, primo nucleo di quella che divenne poi la basilica antoniana.
«La nostra Pro Loco ha creduto moltissimo in questa manifestazione — commenta la sindaca di Camposampiero Katia Maccarrone —. Si tratta di un evento di fondamentale importanza per tutta la comunità, un progetto che vede coinvolti da capofila il nostro Comune e quello di Padova, oltre ad altri numerosi Comuni e Pro Loco interessati dal passaggio del corteo». La sacra rappresentazione, organizzata in cinque diverse tappe, seguirà integralmente il tragitto originale percorso dal frate francescano, ovvero l’antica pista dei pellegrini (parallela all’attuale Statale del Santo e al percorso ciclo-pedonale Muson dei Sassi) lungo l’originale graticolato romano che passa accanto ad antiche chiesette campestri.
È qui che sorgevano gli ospedali: non luoghi di cura per malati, ma strutture in cui si poteva sperimentare la carità cristiana dei residenti impegnati ad alleviare la fatica e la fame di sconosciuti fratelli in viaggio, come nel caso di Antonio giunto ormai morente all’Arcella dopo essere partito da Camposampiero. Su queste strade si mosse il piccolo gruppo di fraticelli e su esse si snoderà il lento corteo di persone, con a fianco mezzi d’epoca trainati da buoi, che ripeterà gesti e preghiere di quei tempi lontani.
Nell’occasione si potrà anche ammirare una reliquia del Santo, ovvero la storica statua che lo raffigura e che solitamente viene esposta all’aperto in occasione della processione religiosa dall’Arcella alla Basilica di Sant’Antonio di Padova.
«La rievocazione storica di quest’anno sarà un evento di stampo filologico del tutto rispettoso dei costumi dell’epoca e delle ultime ore vissute da Antonio — sottolinea Giampaolo Mistro, presidente della Pro Loco di Camposampiero —. È però difficile esprimere a parole la valenza che questa ricorrenza religiosa ha per la nostra comunità, perché a frate Antonio ci lega un legame quasi ancestrale. Il corteo che metteremo “in scena” vuol dire comunque anche promozione del territorio, soprattutto dei Santuari Antoniani. Il tutto con l’obiettivo di suscitare nuovo interesse verso la storia cristiana del nostro passato».
Quest’anno ricorrono gli ottocento anni da quando Fernando diventò il francescano frate Antonio, quello che oggi nel mondo intero è noto come «Antonio di Padova». «Questa importante rievocazione storica non è solo un’operazione di folklore e costume, ma un evento che vuole mettere al centro la voglia di rivivere, in maniera visiva e sensoriale, l’esperienza mistica delle ultime ore di vita di Sant’Antonio — aggiunge padre Nicola Zuin, direttore della Casa di spiritualità dei Santuari Antoniani —. La ricorrenza degli ottocento anni dalla sua vocazione francescana mette quindi insieme la storia e l’identità culturale e religiosa di Camposampiero e Padova come luoghi “antoniani” nell’ottica di una grande giornata di aggregazione, fede e valori condivisi».
«Il transito di quest’anno — conclude Mistro — si propone come un’esperienza nuova. Non si tratta infatti di un evento solo di carattere religioso, ma anche di una manifestazione volta a promuovere la conoscenza del nostro territorio con le sue peculiarità enogastronomiche, industriali e artigianali, il tutto nel rispetto dell’ambiente e delle tradizioni locali attraverso lo “Slow Tourism”, un nuovo modo di viaggiare che consente di ammirare le bellezze di luoghi nascosti e di culture diverse in risposta alla frenesia della nostra vita quotidiana. Insomma, una vera e propria rievocazione storica ideata nella consapevolezza che nulla si costruisce senza memoria del passato».