Corriere di Verona

La perla del lago e il conte custode

Il pontile per gli aperitivi, il parco con cipressi secolari e 600 ulivi E ancora la locanda, l’albergo, i bagni sotterrane­i tutti i marmo

- Francesco Barana

«Attimo, fermati” implorò Goethe in contemplaz­ione a Punta San Vigilio, estremo lembo del Monte Baldo che s’immerge sul lago di Garda, dividendon­e il golfo dall’incantevol­e Baia delle Sirene. Il poeta tedesco, desiderava non disperdere quei momenti, anelava l’eterna meraviglia.

Punta San Vigilio è il punto più suggestivo del lago di Garda: per gli ampi giardini che circondano le ville storiche, per il porticciol­o millenario e il piccolo albergo-locanda accanto costruito nel 1400, per lo scorcio paesaggist­ico che offre l’affacciars­i sul lago di un promontori­o talmente ricco di vegetazion­e — cipressi, oleandri, agavi, ulivi, alberi di limone e arbusti — che specchiand­osi sull’acqua disegna un crogiolo di colori da mozzare il fiato.

Lì si respira il fascino antico: sono state ritrovate diverse testimonia­nze dell’Età del Bronzo, segno che l’insediamen­to era già popolato nella preistoria. Lo sviluppo risale però al medioevo, quando il porticciol­o era un casello delle fedi, dove uomini dediti al commercio arrivano per prendere le lettere di fede, garanzia per poter poi vendere la merce dall’altra parte del lago. Nel 1400 comprano la proprietà i conti Guarienti di Brenzone — tutt’oggi proprietar­i — che vi costruisco­no un albergo-locanda sul porticciol­o, danno mandato all’architetto Sanmicheli di realizzare nel ‘500 la villa rinascimen­tale e per secoli producono olio nella storica tenuta ventimila metri quadri, dove da pochi anni sorge un elegante parco turistico con 35 cipressi secolari e 500 olivi. A Punta San Vigilio, così, iniziano a passare i personaggi più illustri di ogni epoca. Di Goethe, abbiamo detto, poi, tra i tantissimi, Dante Alighieri, Maria Luigia duchessa di Parma, l’Imperatore Alessandro di Russia e nel ‘900 Winston Churchill, Gabriele D’Annunzio, il grande chimico Otto Hahn con la consorte, la pittrice Edtith Junghans, due star di Hollywood come Laurence Olivier e Vivian Leigh, il re di Spagna Juan Carlos I, Helmut Kohl, l’uomo della riunificaz­ione delle due Germanie, che prenotò tutto l’albergo per stare solo, e Carlo d’Inghilterr­a.

Il Principe è cugino di Agostino Guarienti di Brenzone, 71 anni, il Guarienti che da quarant’anni «custodisce» — così dice lui — l’albergo, il porticciol­o e Parco San Vigilio, area verde attrezzata di ventimila metri quadri a dirimpetto sul lago. Mentre Villa Guarienti è del fratello. «Preferisco definirmi un custode, non il proprietar­io, perché questa bellezza non ricercata che ci circonda è di chiunque decida di goderla. Il segreto qui è mantenere tutto e non toccare niente, prendersi cura, custodire appunto», mi racconta il Conte Agostino seduti davanti a un caffè sul porticciol­o. Fa una pausa, scruta l’orizzonte e riprende: «È così da più di cinquecent­o anni, ce lo tramandiam­o di generazion­e in generazion­e, così mi ha insegnato mio padre e questo ho insegnato a mio figlio». Bartolomeo Guarienti, che balzò agli onori delle cronache mondane nel 2011 per la sua partecipaz­ione alle nozze del secolo, quelle tra suo cugino William e Kate.

Qualche piccolo intervento per la verità è stato fatto, in accordo con Comune e Sovrintend­enza, per variare l’offerta turistica: più di nicchia nella locanda e nel porticciol­o, dove è stato aggiunto un elegante pontile in legno per gli aperitivi; più accessibil­e (ma con standard di qualità) nel silenzioso parco turistico, dove sorge una piscina ovale di 200 metri accanto al lago. Poi c’è l’inventiva di Agostino, che quando pochi anni fa ha deciso per la vocazione turistica di Parco San Vigilio — fino ad allora tenuta di olivi per la produzione — ha chiesto aiuto all’architetto francese Rudy Ricciotti per la costruzion­e dei bagni sotterrane­i (con infermeria): «Volevo che ci fosse bellezza e cultura anche nei bagni, lo so sembra folle, perché uno in genere è già contento se il bagno è pulito. Così Ricciotti ha pensato bene di realizzarl­i completame­nte in marmo, riprendend­o i colori del posto, il verdegrigi­o della vegetazion­e, l’azzurro-verde chiaro-bianco dell’acqua e l’azzurro del cielo, e incidendo sui muri le frasi di Goethe, Dante, D’Annunzio e dei grandi passati di qui».

Il target è internazio­nale, europei e americani, per un turismo che rimane poco convenzion­ale rispetto a quello di massa del resto del lago. La chiamano la Portofino del Garda, per Agostino Guarienti è «sempliceme­nte Punta San Vigilio, un unicum che non va paragonato. La perla del lago».

Prendersi cura, custodire Il segreto qui è mantenere tutto e non toccare niente

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Quattro scatti di Punta San Vigilio oggi. Da quando la proprietà fu acquisita dalla famiglia Guarienti la vocazione fu principalm­ente la coltivazio­ne dell’olivo e la locanda. Oggi la svolta al turismo di lusso
Punti di vista Quattro scatti di Punta San Vigilio oggi. Da quando la proprietà fu acquisita dalla famiglia Guarienti la vocazione fu principalm­ente la coltivazio­ne dell’olivo e la locanda. Oggi la svolta al turismo di lusso

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