La perla del lago e il conte custode
Il pontile per gli aperitivi, il parco con cipressi secolari e 600 ulivi E ancora la locanda, l’albergo, i bagni sotterranei tutti i marmo
«Attimo, fermati” implorò Goethe in contemplazione a Punta San Vigilio, estremo lembo del Monte Baldo che s’immerge sul lago di Garda, dividendone il golfo dall’incantevole Baia delle Sirene. Il poeta tedesco, desiderava non disperdere quei momenti, anelava l’eterna meraviglia.
Punta San Vigilio è il punto più suggestivo del lago di Garda: per gli ampi giardini che circondano le ville storiche, per il porticciolo millenario e il piccolo albergo-locanda accanto costruito nel 1400, per lo scorcio paesaggistico che offre l’affacciarsi sul lago di un promontorio talmente ricco di vegetazione — cipressi, oleandri, agavi, ulivi, alberi di limone e arbusti — che specchiandosi sull’acqua disegna un crogiolo di colori da mozzare il fiato.
Lì si respira il fascino antico: sono state ritrovate diverse testimonianze dell’Età del Bronzo, segno che l’insediamento era già popolato nella preistoria. Lo sviluppo risale però al medioevo, quando il porticciolo era un casello delle fedi, dove uomini dediti al commercio arrivano per prendere le lettere di fede, garanzia per poter poi vendere la merce dall’altra parte del lago. Nel 1400 comprano la proprietà i conti Guarienti di Brenzone — tutt’oggi proprietari — che vi costruiscono un albergo-locanda sul porticciolo, danno mandato all’architetto Sanmicheli di realizzare nel ‘500 la villa rinascimentale e per secoli producono olio nella storica tenuta ventimila metri quadri, dove da pochi anni sorge un elegante parco turistico con 35 cipressi secolari e 500 olivi. A Punta San Vigilio, così, iniziano a passare i personaggi più illustri di ogni epoca. Di Goethe, abbiamo detto, poi, tra i tantissimi, Dante Alighieri, Maria Luigia duchessa di Parma, l’Imperatore Alessandro di Russia e nel ‘900 Winston Churchill, Gabriele D’Annunzio, il grande chimico Otto Hahn con la consorte, la pittrice Edtith Junghans, due star di Hollywood come Laurence Olivier e Vivian Leigh, il re di Spagna Juan Carlos I, Helmut Kohl, l’uomo della riunificazione delle due Germanie, che prenotò tutto l’albergo per stare solo, e Carlo d’Inghilterra.
Il Principe è cugino di Agostino Guarienti di Brenzone, 71 anni, il Guarienti che da quarant’anni «custodisce» — così dice lui — l’albergo, il porticciolo e Parco San Vigilio, area verde attrezzata di ventimila metri quadri a dirimpetto sul lago. Mentre Villa Guarienti è del fratello. «Preferisco definirmi un custode, non il proprietario, perché questa bellezza non ricercata che ci circonda è di chiunque decida di goderla. Il segreto qui è mantenere tutto e non toccare niente, prendersi cura, custodire appunto», mi racconta il Conte Agostino seduti davanti a un caffè sul porticciolo. Fa una pausa, scruta l’orizzonte e riprende: «È così da più di cinquecento anni, ce lo tramandiamo di generazione in generazione, così mi ha insegnato mio padre e questo ho insegnato a mio figlio». Bartolomeo Guarienti, che balzò agli onori delle cronache mondane nel 2011 per la sua partecipazione alle nozze del secolo, quelle tra suo cugino William e Kate.
Qualche piccolo intervento per la verità è stato fatto, in accordo con Comune e Sovrintendenza, per variare l’offerta turistica: più di nicchia nella locanda e nel porticciolo, dove è stato aggiunto un elegante pontile in legno per gli aperitivi; più accessibile (ma con standard di qualità) nel silenzioso parco turistico, dove sorge una piscina ovale di 200 metri accanto al lago. Poi c’è l’inventiva di Agostino, che quando pochi anni fa ha deciso per la vocazione turistica di Parco San Vigilio — fino ad allora tenuta di olivi per la produzione — ha chiesto aiuto all’architetto francese Rudy Ricciotti per la costruzione dei bagni sotterranei (con infermeria): «Volevo che ci fosse bellezza e cultura anche nei bagni, lo so sembra folle, perché uno in genere è già contento se il bagno è pulito. Così Ricciotti ha pensato bene di realizzarli completamente in marmo, riprendendo i colori del posto, il verdegrigio della vegetazione, l’azzurro-verde chiaro-bianco dell’acqua e l’azzurro del cielo, e incidendo sui muri le frasi di Goethe, Dante, D’Annunzio e dei grandi passati di qui».
Il target è internazionale, europei e americani, per un turismo che rimane poco convenzionale rispetto a quello di massa del resto del lago. La chiamano la Portofino del Garda, per Agostino Guarienti è «semplicemente Punta San Vigilio, un unicum che non va paragonato. La perla del lago».
Prendersi cura, custodire Il segreto qui è mantenere tutto e non toccare niente