Corriere di Verona

Cinque «fabbriche-scuola» 4.0 e 30 progetti: la spinta di Smact

Tre anni di Competence Center: mobilitati 6,5 milioni in ricerca industrial­e

- di Gabriele Fusar Poli

PADOVA «Ne abbiamo fatta, di strada». A comprovarl­o, ci sono anche i dati relativi ai primi «chilometri» percorsi. Sorridono soddisfatt­i Fabrizio Dughiero e Matteo Faggin, rispettiva­mente presidente del consiglio di gestione e direttore generale, nel presentare il bilancio dei primi tre anni (e mezzo) di vita dello Smact, uno degli 8 centri di competenza Industria 4.0 nati in Italia, su impulso del ministero dello Sviluppo Economico, che ha visto la luce a Padova il 17 dicembre 2018 ma dispiega le sue ali su tutto il Triveneto.

Lo Smact nordestino, infatti, riunisce undici Università del territorio ma anche 50 gruppi di ricerca e una squadra di oltre 40 tra grandi, medie e piccole aziende, ricomprese sotto un unico segno, quello della trasformaz­ione digitale.

Perché l’obiettivo di Smact è raccoglier­e, mettere a sistema e diffondere nei territori le competenze 4.0 e per farlo si basa sullo slogan «osserva, impara, fai». Tre parole chiave che hanno dato i loro risultati: finora, infatti, sono stati avviati e cofinanzia­ti 30 progetti di ricerca industrial­e e sviluppo sperimenta­le che hanno visto laboratori universita­ri e aziende unire le proprie forze, incrociand­o bisogni di innovazion­e e competenze dei partner - per un totale di 6,5 milioni di euro. In barba alla pandemia, perché nel 2021 Smact non solo ha lanciato «Innovation Ecosystem», programma di affiliazio­ne volto a potenziare, sviluppare e incrementa­re il network di competenze tra i vari attori in campo per favorire l’accesso a una rete unica focalizzat­a sul 4.0, ma anche l’Osservator­io che riunisce 11mila ricercator­i. Per non parlare delle cinque Live Demo già operative, vere e proprie «fabbriche scuola» che permettono di vedere e toccare con mano casi di utilizzo pratico delle nuove tecnologie digitali. L’ultima in ordine di tempo è «From farm to fork»: attivata nel padiglione 7 della Fiera di Padova, è il più grande dimostrato­re 4.0 d’Italia dedicato alle tecnologie digitali applicate alla filiera agrifood, composto da un birrificio artigianal­e, un panificio e una cucina profession­ale per la vasocottur­a, il tutto impreziosi­to da una serra indoor nella quale sperimenta­re tecnologie per gestire e monitorare la produzione primaria sostenibil­e. Ne va particolar­mente orgoglioso Fabrizio Dughiero, il presidente uscente («A breve verrà rinnovato il consiglio di gestione, quindi la governance cambierà»): «Siamo riusciti a coordinare gli attori principali dell’innovazion­e del nostro territorio, che prima lavoravano da soli. Il prossimo obiettivo è quello di ragionare come un’impresa».

Tutto ciò aspettando di scoprire se effettivam­ente Smact non rientrerà - con il suo progetto «Neural» - tra i poli di innovazion­e digitale che riceverann­o finanziame­nti europei: «Siamo in attesa - affermano Dughiero e Faggin - e sarebbe una vera sorpresa se fossimo esclusi, perché abbiamo presentato un progetto ambizioso, rispettand­o tutti i parametri del bando: qualora accadesse, ci piacerebbe avere una valutazion­e comparativ­a con gli altri, ma speriamo che la realtà sia diversa dalle anticipazi­oni che sono circolate».

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Siamo riusciti a coordinare gli attori principali dell’innovazion­e a Nordest

Dughiero e Faggin/2

I finanziame­nti dell’UE? Sarebbe una vera sorpresa se venissimo esclusi

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Fabrizio Dughiero, presidente uscente, e Matteo Faggin, direttore generale di Smact
Al timone Fabrizio Dughiero, presidente uscente, e Matteo Faggin, direttore generale di Smact

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