Cinque «fabbriche-scuola» 4.0 e 30 progetti: la spinta di Smact
Tre anni di Competence Center: mobilitati 6,5 milioni in ricerca industriale
PADOVA «Ne abbiamo fatta, di strada». A comprovarlo, ci sono anche i dati relativi ai primi «chilometri» percorsi. Sorridono soddisfatti Fabrizio Dughiero e Matteo Faggin, rispettivamente presidente del consiglio di gestione e direttore generale, nel presentare il bilancio dei primi tre anni (e mezzo) di vita dello Smact, uno degli 8 centri di competenza Industria 4.0 nati in Italia, su impulso del ministero dello Sviluppo Economico, che ha visto la luce a Padova il 17 dicembre 2018 ma dispiega le sue ali su tutto il Triveneto.
Lo Smact nordestino, infatti, riunisce undici Università del territorio ma anche 50 gruppi di ricerca e una squadra di oltre 40 tra grandi, medie e piccole aziende, ricomprese sotto un unico segno, quello della trasformazione digitale.
Perché l’obiettivo di Smact è raccogliere, mettere a sistema e diffondere nei territori le competenze 4.0 e per farlo si basa sullo slogan «osserva, impara, fai». Tre parole chiave che hanno dato i loro risultati: finora, infatti, sono stati avviati e cofinanziati 30 progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale che hanno visto laboratori universitari e aziende unire le proprie forze, incrociando bisogni di innovazione e competenze dei partner - per un totale di 6,5 milioni di euro. In barba alla pandemia, perché nel 2021 Smact non solo ha lanciato «Innovation Ecosystem», programma di affiliazione volto a potenziare, sviluppare e incrementare il network di competenze tra i vari attori in campo per favorire l’accesso a una rete unica focalizzata sul 4.0, ma anche l’Osservatorio che riunisce 11mila ricercatori. Per non parlare delle cinque Live Demo già operative, vere e proprie «fabbriche scuola» che permettono di vedere e toccare con mano casi di utilizzo pratico delle nuove tecnologie digitali. L’ultima in ordine di tempo è «From farm to fork»: attivata nel padiglione 7 della Fiera di Padova, è il più grande dimostratore 4.0 d’Italia dedicato alle tecnologie digitali applicate alla filiera agrifood, composto da un birrificio artigianale, un panificio e una cucina professionale per la vasocottura, il tutto impreziosito da una serra indoor nella quale sperimentare tecnologie per gestire e monitorare la produzione primaria sostenibile. Ne va particolarmente orgoglioso Fabrizio Dughiero, il presidente uscente («A breve verrà rinnovato il consiglio di gestione, quindi la governance cambierà»): «Siamo riusciti a coordinare gli attori principali dell’innovazione del nostro territorio, che prima lavoravano da soli. Il prossimo obiettivo è quello di ragionare come un’impresa».
Tutto ciò aspettando di scoprire se effettivamente Smact non rientrerà - con il suo progetto «Neural» - tra i poli di innovazione digitale che riceveranno finanziamenti europei: «Siamo in attesa - affermano Dughiero e Faggin - e sarebbe una vera sorpresa se fossimo esclusi, perché abbiamo presentato un progetto ambizioso, rispettando tutti i parametri del bando: qualora accadesse, ci piacerebbe avere una valutazione comparativa con gli altri, ma speriamo che la realtà sia diversa dalle anticipazioni che sono circolate».
” Dughiero e Faggin/1
Siamo riusciti a coordinare gli attori principali dell’innovazione a Nordest
Dughiero e Faggin/2
I finanziamenti dell’UE? Sarebbe una vera sorpresa se venissimo esclusi