Corriere di Verona

Hellas, il restyling a tutto tondo Setti cambia marcia alle scrivanie

Nuovo diesse con l’arrivo di Marroccu, sempre più centrale la dg Simona Gioè

- Matteo Fontana

Maurizio Setti rinnova la squadra. Il Verona che andrà in campo nella prossima stagione? Sì, certo. Ma anche al tavolo dirigenzia­le il presidente dell’Hellas (prossimo a festeggiar­e il decimo anno dell’acquisto del club, avvenuto nel 2012) le carte saranno rimescolat­e.

La partenza di Tony D’Amico, che per il Verona, dal 2018 in avanti, è stato più che un diesse un manager sportivo ad ampio raggio, rappresent­a una mezza rivoluzion­e. Il rapporto tra Setti e D’Amico è stato l’emblema di quella «filiera corta« — completata dall’allenatore, e la cosa ha avuto un risalto evidente con le figure di Ivan Juric e Igor Tudor — che è stata fondamenta­le per la gestione gialloblù. Il commiato di Tony sarà coperto dall’arrivo (che resta da ufficializ­zare, ma che già è definito nei dettagli) di Francesco Marroccu, profession­ista che ha attitudini diverse rispetto a D’Amico, per esperienza e formazione, con il lungo tragitto al fianco di un patron «totalizzan­te» qual è sempre stato Massimo Cellino. Setti è da sempre un presidente che, se può farlo, delega. Lo ha fatto con Sean Sogliano e con D’Amico, come con Filippo Fusco e in precedenza con Riccardo Bigon. La linea non si spezzerà con la scelta di Marroccu. A diventare ulteriorme­nte centrale, intanto, è Simona Gioè, dall’anno scorso direttore generale del Verona, in una realtà in cui è entrata nel 2017, assumendo l’incarico di responsabi­le amministra­tivo e finanziari­o.

Fu Francesco Barresi, al tempo direttore operativo dell’Hellas, a chiamarla, dopo averla conosciuta quando lainderoga­bile. vorava alla Reggina di Lillo Foti. Simona Gioè è, per eccellenza, la «donna dei numeri» (espression­e che preferisce a quella che vuole che sia una «Lady di ferro») per il Verona e per Setti, il cui imprinting societario è netto: i conti devono rimanere in regola, i risultati sul campo non possono mettere a rischio l’equilibrio aziendale, da tenere saldamente al centro della navigazion­e. Dunque, il passo va sempre fatto secondo la gamba, in modo pressoché Di questa politica, la Gioè (originaria di Reggio Calabria, laureata in economia e commercio) è l’interprete e il riferiment­o. Un punto di caduta che è sempre piuttosto complesso da trovare. Lei stessa ne ha parlato in un’intervista rilasciata al periodico AM, spiegando che non accadrà mai che Setti le chieda quale giocatore prendere. «Il presidente sa benissimo che non ho competenze calcistich­e — spiega — io mi occupo degli aspetti economici e contabili dell’area sportiva. Nei contratti dei futuri giocatori aggiungere­i una maggiore possibilit­à da parte dei club di sfruttare l’immagine dei giocatori a livello commercial­e. Valorizzar­e al massimo un ragazzo cresciuto nel vivaio, in modo da realizzare una bella plusvalenz­a, è l’obiettivo di ogni bravo dirigente di calcio».

L’Hellas di questi anni, per altro, ha saputo coniugare al meglio le esigenze di cassa (di plusvalenz­e, per esempio, ne sono state realizzate in abbondanza, tra Amrabat, Rrahmani, Kumbulla, Lovato, Udogie e Zaccagni) con i piazzament­i e i successi conquistat­i dalla squadra. Il futuro, quindi, inizia da qui, e la sfida è proseguire lungo il percorso tracciato. «Il Verona della prossima stagione? Saranno i 120 anni del club — la parole della Gioè — e vogliamo onorarli nel migliore dei modi. Abbiamo tante idee… Voglio iniziare al meglio la prossima stagione, con gli stadi pieni. I due anni di Covid sono stati durissimi per chi gestisce la parte economica di una società di calcio».

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Ai vertici Maurizio Setti allo stadio Bentegodi insieme al Cholito Simeone, il bomber dell’Hellas

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