Tosi suona la carica dal suo feudo «Periferie dimenticate, torno io»
La campagna chiude in Borgo Trieste. Melotti (Forza Italia): noi, centrodestra non populista
VERONA Il ruggito del leone: «Domenica si decide il destino di Verona per i prossimi cinque anni: scegliete un sindaco capace di governare la città. Pancia a terra! Restituiamo Verona ai veronesi!» arringa il suo popolo Flavio Tosi dal palco dei Giardini dei Cantori presso il Parco Santa Croce. Li ha radunati qui i suoi fedeli, trecento circa, nel suo feudo dove è cresciuto, parte di quelle «periferie dimenticate da Federico Sboarina; questi giardini sono oggetto di degrado, e io sono qui perché ai cittadini si deve rispetto. Tanti stranieri sono veronesi come lo siamo noi, ma per chi non rispetta le regole è finita!»
Così lo sceriffo infiamma la sua gente, tra musica e bandiere; sul palco, i rappresentanti delle nove liste che sostengono la sua corsa; tra queste Forza Italia che a differenza di Fratelli d’Italia e Lega, ha fatto una scelta diversa. L’ha spiegata, con a fianco il senatore Massimo Ferro e il consigliere regionale Alberto Bozza, il coordinatore provinciale Claudio Melotti: «C’è un centrodestra populista che si raduna a pochi chilometri da qui; noi pensiamo invece che Flavio Tosi, per competenza, sia il candidato migliore per Verona, e che ci sia bisogno di persone competenti ce rispettino il ruolo delle donne». Ogni riferimento alle nomine del Cda di VeronaFiere è fortemente voluto. La carica l’ha suonata la moglie di Flavio Tosi, Patrizia Bisinella della lista Fare!: «Verona non merita la realtà di oggi; Verona deve tornare a ballare sul tetto del mondo. Avanti tutta!». Tosi nel suo intervento non ha certo risparmiato stilettate ai suoi due maggiori contendenti, il sindaco uscente Federico Sboarina e il candidato per il centrosinistra Damiano Tommasi: «Sboarina è un incapace, lascia una città come l’aveva lasciata Zanotto; Tommasi è stato un grande calciatore ma non è in grado di fare il sindaco, perché serve competenza». Ripartire dal passato quindi, da un primo mandato che Tosi ha definito «straordinario» e da un secondo «meno straordinario ma distante anni luce da questi cinque anni di nulla». Applausi e sventolio di bandiere che sono proseguiti quando Tosi ha definito «inaccettabile» che Verona sia al 79° posto nella classifica della città più vivibili per i giovani stilata da
Il Sole24Ore. Ha invitato a votare «Sì» ai cinque referendum sulla giustizia, sebbene «il quorum non sarà raggiunto», e ha infine infiammato la piazza spingendo i veronesi ad andare alle urne. Perché una manciata di voti potrebbero fare la differenza, e il leone non se li vuol lasciare sfuggire.