«Rivive» la testa strappata del fregio di Giorgione
Il caso
La parte mancante della fascia affrescata a Castelfranco appartiene a un privato
Il Fregio di Giorgione continua a far discutere. Il motivo? La fascia affrescata nella sala al primo piano dell’attuale sede del Museo Giorgione a Castelfranco Veneto oggi presenta due lacune: un clipeo raffigurante una testa forse di imperatore romano o forse di Orfeo dio della musica, staccata nel primo trentennio dell’Ottocento, quando la dimora apparteneva al dottor Francesco Trevisan, entrata in una collezione e successivamente in una casa privata di Castelfranco dove ancora si trova.
Una seconda testa è stata strappata, riportata su tela, ma di questa non si conosce il destino. Il Fregio in questione è quello, universalmente noto, contenente messaggi da decifrare, in cui si mescolano filosofia, alchimia, esoterismo, proponendo enigmi che gli illuminati dell’epoca potevano «leggere» con chiarezza. La battaglia per riportare la testa mancante (almeno quella della quale si conosce la collocazione) al museo entra nel vivo oggi alle ore 18 con l’evento «Dare voce al Fregio», curato dal direttore Matteo Melchiorre. La domanda chiave è «Perché la testa è sparita?». In una nota, gli organizzatori si chiedono se sia «semplicemente per avere una sorta di reliquia dell’illustre artista in proprio geloso possesso, intuendone il grande valore? Oppure si è trattato di una sottrazione per nascondere un ulteriore messaggio cifrato?»
Il mistero viene messo in scena col progetto voluto da Danila Dal Pos, presidente del Rotary Club Castelfranco e Asolo, nonché ideatrice e progettista dello stesso museo dedicato a Giorgione. Per farlo, è stata coinvolta l’azienda vicentina Zebra, specializzata nelle «multimedia immersive solutions», che farà vivere l’emozione di essere faccia a faccia con i simboli giorgioneschi e il mondo che rappresentano. In concreto, oggi sarà portata a termine la ricostruzione multimediale della testa strappata dal Fregio: verrà prodotto un contenuto multimediale per la ricostruzione della porzione mancante con sviluppo di un sistema interattivo per riconoscimento del transito utenti e con l’attivazione «play». In tal modo la Testa mancante tornerà, virtualmente, al suo posto, ogni volta che qualcuno guarderà il Fregio.
Seguiranno, nei prossimi mesi, altri due eventi. Il primo è previsto per l’estate sarà la presentazione di un volume fotografico e analitico dedicato al Fregio. Il secondo, programmato per l’inizio del prossimo autunno, consisterà nella presentazione di una piccola epigrafe incisa su pietra donata a febbraio di quest’anno al Museo.