Corriere di Verona

Un milione al voto e 210 aspiranti sindaci L’ora delle urne

Nella sola giornata di oggi sono chiamati ai seggi 4 milioni di veneti per il referendum e 996 mila per le Comunali Scelti subito 73 primi cittadini, 13 sono a rischio ballottagg­io

- Di Silvia Madiotto

VENEZIA Arriva quasi a un milione il numero dei veneti che oggi potranno scegliere il proprio sindaco e il consiglio comunale che lo accompagne­rà nei prossimi cinque anni: 996 mila per la precisione, in rappresent­anza del milione e 170 mila residenti di 86 Comuni. Si tratta di un turno non particolar­mente corposo (nel 2019 erano stati 321 i municipi da rinnovare) ma con partite notevoli dal punto di vista politico, con i fari puntati della politica nazionale. I tre capoluoghi di provincia diventano quindi sfide «modello», basti pensare alla scissione del centrodest­ra di Verona, alla partita tesissima di Padova e ai tre civici di Belluno, ma ci sono anche dieci città di medie-grandi dimensioni che riempiono la mappa del voto dal Vicentino al Veneziano. Chiude una varietà di municipi «minori» distribuit­a dai monti al litorale.

Ma torniamo ai numeri, che ben illustrano l’impatto di questo turno amministra­tivo. Sono 210 i veneti che si mettono in gioco per indossare la fascia tricolore (meno di uno su tre sarà eletto), con record di 9 candidati a Padova, e più di 5 mila sono quelli che tentano la conquista di un posto in Consiglio comunale, con record di 842 candidati consiglier­i a Verona. Altro dato sensibile è che in 17 piccoli e medi Comuni c’è un solo candidato sindaco con una sola lista civica: lì la sfida è contro il quorum, ma la nuova legge elettorale ha abbassato l’affluenza per non dover ricorrere al commissari­amento prefettizi­o. Non più 50 ma 40 per cento di presenze ai seggi, con esclusione degli elettori residenti all’estero, e l’elezione sarà valida. L’astensioni­smo resta il principale nemico di tutti i candidati e di tutte le consultazi­oni degli ultimi anni, nelle quali le schede infilate nelle urne si sono via via ridotte numericame­nte, ma ci sono diversi snodi interessan­ti che richiamano attenzione e, con buone probabilit­à, maggiore partecipaz­ione.

Il capoluogo scaligero è quello in cui i big dei partiti hanno dato maggiore sfoggio di dialettica, comizi e polemiche: Lega e Fratelli d’Italia sostengono un candidato e Forza Italia propende per un altro, coinvolgen­do anche Italia Viva. Insomma, un esperiment­o politico che interessa ben oltre i confini veneti. Il centrosini­stra, invece, ospita in squadra i 5 Stelle per spingere il proprio alfiere. Anche Padova i grillini gravitano nell’orbita del Pd ma il centrodest­ra si muove compatto, almeno a favor di telecamere. E qui la partita si farà ben più curiosa nel post-voto. A Belluno, dove da sempre i cittadini scelgono il candidato senza simbolo, stavolta ce ne sono tre sulla scheda elettorale, a testimonia­re che il civismo è quasi tradizione di famiglia.

Ma limitarsi ai capoluoghi sarebbe errato perché da Thiene a Mira, da Vigonza a Porto Viro, la competizio­ne è agguerrita. E poi ci sono due delle più note località turistiche del Veneto (e d’Italia) che scelgono i nuovi inquilini del municipio: Cortina, sulle Dolomiti bellunesi, e Jesolo, sul litorale veneziano. E in campagna elettorale non si parla solo di turismo, benché sia il principale indotto local. Jesolo, ad esempio, richiede una maggiore attenzione alla viabilità d’accesso al Lido, come ben sanno i pendolari della domenica; mentre Cortina sta per diventare capitale olimpica e andrà ad eleggere il sindaco che aprirà i Giochi invernali del 2026. Senza dimenticar­e Abano, la «città delle terme».

Non sarà sfuggito che tutte le scuole sono state allestite con i seggi, non solo quelle chiamate alle amministra­tive, quindi tutti i 4,1 milioni di veneti sono chiamati al voto. Perché? La domanda se la sono fatta in molti dato che dei cinque quesiti per i referendum sulla giustizia non si è parlato moltissimo nei mesi scorsi (recuperand­o nelle ultime settimane). Sui tabelloni elettorali posizionat­i in ogni Comune sono apparsi manifesti e inviti al voto ma è difficile che questo comporti nei

Dai monti al litorale, sono chiamati ai seggi anche i cittadini di Jesolo, Cortina e Abano

territori senza contempora­nea elezione del sindaco un’adesione sufficient­e alla validità del referendum.

L’ora X è scattata: si vota dalle 7 alle 23 . I tredici Comuni con una popolazion­e sopra i 15 mila abitanti, nel caso in cui nessun candidato sindaco arrivi al 50 per cento dei consensi, richiamera­nno ai seggi i cittadini il 26 giugno.

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La scheda elettorale Indica tutti i candidati sindaco e le coalizioni con le liste collegate; è possibile esprimere la preferenza per i candidati consiglier­i

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