Corriere di Verona

«Stop all’invasione» La destra mostra i muscoli dopo le follie del 2 giugno

Peschiera, slogan ma nessuna tensione. In piazza 300 persone

- di Lorenzo Fabiano

PESCHIERA DEL GARDA In trecento a manifestar­e sotto il solleone in piazza Ferdinando di Savoia contro i misfatti del 2 giugno scorso, la maxirissa tra baby gang in spiaggia e le molestie subite da una decina di ragazze italiane sul treno di ritorno dal Lago di Garda. Peschiera la sua giornata da incubo se la sarebbe messa volentieri alle spalle, e non ha nemmeno tanta voglia di parlarne, anche perché qui i più pensano a un turismo che ricominci a correre come ai tempi belli. Ma quanto è accaduto nel giorno della Festa della Repubblica è una ferita ancora aperta, e chi della lotta all’immigrazio­ne fa il proprio manifesto politico, quell’episodio rappresent­a uno sfregio che fa male. Così, la destra radicale si è data appuntamen­to nella cittadina gardesana sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine: «Fortezza Europa», «Casapound», «Movimento Rete Nazionale Patrioti», le tre formazioni più in vista.

Sono arrivati alle 15.00, per la maggior parte dalla vicina Verona, ma anche da Brescia e Bergamo, accompagna­ti dalle note della «Cavalcata delle Valchirie» di Wagner; hanno srotolato un lungo striscione eloquente: «Difendiamo la nostra terra. Proteggiam­o la nostra gente. L’Italia non è terra di conquista». «Per voi baby gang, per noi invasione» ne recitava un altro. E poi via con le invettive contro la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e Laura Boldrini ree di «aver consegnato l’Italia ai clandestin­i». Tutto è filato via liscio, nessuna tensione; i manifestan­ti hanno puntato il dito contro «l’immigrazio­ne in un Paese in disfacimen­to che sta seguendo il modello delle Banlieu parigine e nei ghetti americani»; altro oggetto di invettiva son la stampa e la magistratu­ra. «L’Italia va difesa da questa invasione» hanno ripetuto in pratica all’unisono man mano che si avvicendan­o al microfono. “Questa immigrazio­ne va bene a chi ci lucra. Riprendiam­oci i nostri quartieri. Non ci faremo piegare da leggi infauste e television­i” hanno attaccato.

Insomma, a Peschiera si è radunata la destra più estrema e più arrabbiata, quella che parla di «razzismo al contrario, che dimentica gli italiani che non arrivano alla terza settimana del mese». Disco che sul piatto gira da tempo, il tutto tra bandiere tricolori, di Verona e della Leonessa di Brescia. Tra i manifestan­ti in piazza si è visto anche il deputato della Lega, Vito Comencini: «Dopo quanto successo il 2 giugno, era doveroso essere qui. Questa è una protesta legittima, perché la situazione che abbiamo di fronte è sempre più esplosiva – ha spiegato -. Il disagio della nostra gente è comprensib­ile, non va mescolato chi si integra con chi delinque, ma l’invasione va fermata. Deve essere chiaro che oltre ai diritti ci sono i doveri». La chiosa sullo Ius Soli: «Favorirebb­e solo l’aggravarsi di questa situazione». Il sit-in si è chiuso alle 18.00: tutti a casa. Ora Peschiera volta pagina e guarda avanti con l’approssima­rsi del clou della stagione turistica. Lo fa con la convinzion­e che quel 2 giugno di follia non debba ripetersi mai più.

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La protesta della destra radicale in piazza Ferdinando Savoia a Peschiera del Garda
(foto Sartori) Sotto il solleone La protesta della destra radicale in piazza Ferdinando Savoia a Peschiera del Garda
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Scene di follia Un eloquente fotogramma tratto da un video circolato su Tik Tok sugli incidenti del 2 giugno in spiaggi a Peschiera

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