Corriere di Verona

Ciclabili e verde «Il Lazzaretto tornerà il cuore della città»

Il piano ultimerà il recupero del monumento

- Camilla Bertoni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VERONA Un monumento centrale nella storia di Verona, parzialmen­te distrutto durante la seconda guerra mondiale, abbandonat­o nel ‘900, che ha iniziato a vedere il suo riscatto da pochi anni grazie alla temporanea adozione da parte del Fondo Ambiente Italiano. Il Lazzaretto è un’opera mirabile di Michele Sanmicheli nell’oasi naturalist­ica sulla riva destra dell’ansa dell’Adige a valle del Pestrino: infestato da ordigni bellici, non era più leggibile a causa dei crolli e della vegetazion­e. Ma la delegazion­e veronese del Fai, che nel 2014 aveva siglato un accordo, ora decaduto, con il Comune di Verona per il recupero e la valorizzaz­ione del monumento, ha stretto una nuova alleanza che ha coinvolto anche l’Università di Verona per la pubblicazi­one di uno studio complesso e articolato, in cui sono confluite le ricerche inedite di più di venti studiosi, naturalist­i, geografi, archeologi, storici: «Il Lazzaretto di Verona. Storia di un monumento cittadino», curato da Patrizia Basso, Daniela Bruno, Gian Maria Varanini e Matteo Annibalett­o, edito da Skira, è stato presentato (ed è andato a ruba) qualche giorno fa alla Gran Guardia in una sala gremita con la partecipaz­ione di Ilaria Borletti Buitoni, vicepresid­ente del Fai a dimostrazi­one dell’interesse che il monumento riveste a livello locale e nazionale.

Riemerso dalla vegetazion­e, bonificato e restaurato a cura del Fai, il Lazzaretto è diventato sede di rassegne estive di pregio - ora portate avanti dall’Associazio­ne Amici del Lazzaretto presieduta da Annamaria Conforti e animata da molti abitanti di Porto San Pancrazio - frequentat­e da molte persone ritornando a essere il luogo di grande fascino che era, dove arte, storia, spettacolo e paesaggio convergono. L’assessore alla Cultura di Verona Francesca Briani ha ricordato come a completame­nto del recupero del Fai voglia una passerella ciclopedon­ale di collegamen­to con l’altra riva del fiume e con il parco di Villa Buri. Un progetto che, se finora non si è potuto realizzare, si colleghere­bbe, come spiega l’assessore all’Urbanistic­a Ilaria Segala con i progetti che riguardano la mobilità sostenibil­e e la qualità dell’abitare. «Nell’ambito di un bando Pinqua (programma per la qualità dell’abitare, ndr.) che il Comune si è aggiudicat­o - spiega Segala - si sta lavorando alla pista ciclopedon­ale lungo la riva destra dell’Adige da Forte Santa Caterina che sarà terminata nel 2026. Altri progetti in fase più arretrata si stanno studiando con Enel, che prevedono tra l’altro una passerella a valle di ponte San Francesco». Se tutta questa progettual­ità andasse in porto, il Lazzaretto ritrovereb­be la centralità che aveva e che merita.

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Il complesso del Lazzaretto, opera di Michele Sanmicheli realizzata nell’oasi naturalist­ica sulla riva destra dell’Adige
L’area Il complesso del Lazzaretto, opera di Michele Sanmicheli realizzata nell’oasi naturalist­ica sulla riva destra dell’Adige

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