Vince a 28 anni nel borgo più bello: «Voglio un vice donna»
SOAVE Esulta Matteo Pressi e incassa la delusione Gaetano Tebaldi. Rinnovamento contro continuità per il ribaltone a Soave, dove il 28enne Pressi, segretario della Lega locale, ricercatore in diritto degli enti locali nell’Università di Verona, già consigliere comunale e provinciale, anche ex capogabinetto della Provincia di Verona, con la sua civica che raggruppa l’intero centro destra (Lega, Fdi, Fi), sconfigge per soli 55 voti il 52enne sindaco uscente Tebaldi, iscritto anch’esso a Fratelli d’Italia. «È stato come spostare una montagna - esulta Pressi -. Ho immaginato questo momento quasi ogni giorno negli ultimi 10 anni, da quando a 18 anni entrai all’opposizione in consiglio comunale. Farò il sindaco a tempo pieno, perché il nostro paese, anche se conta solo settemila abitanti, ha una sua complessità economica e sociale. Da 30 anni, dal 1992, è la prima volta che la Lega torna al governo del Comune. Non mi dispiacerebbe anche avere un vicesindaco donna, poiché, è noto, le donne lavorano di più e sono più precise: una buona spalla per l’uomo». Se l’aspettava di vincere? «Devo essere sincero, no. Tebaldi è una brava persona ed è giusto abbia ottenuto un largo consenso. La gente ha votato per il cambiamento. C’è stata anche una bassa affluenza di votanti, il 58%, che ci siamo divisi in due, vale a dire che ognuno ha ricevuto il consenso di un quarto della popolazione. Occorre un duro lavoro di ricucitura con i cittadini». La prima cosa e la più importante che vuole realizzare? «Recuperare i 12mila mq dell’area dell’ex ospedale per trasformarli in parco della cultura, con scuola dell’infanzia, biblioteca, poliambulatori e area verde». Tebaldi, con stile elegante, analizza la sconfitta: «Ho perso preferenze nelle frazioni dove questi due anni di isolamento hanno influito. Non mi aspettavo proprio il risultato, anche se sapevo che l’avversario era forte, che agiva nel mondo giovanile, molto social. Io sono convinto di aver lavorato bene e di avere fatto cose straordinarie. Anche aver ricevuto il titolo di borgo più bello non ha influito nella gente». (a.schi.)