Corriere di Verona

Stretta sui «furbetti» della sosta: via al sistema di lettura della targa

Telecamere mobili rileverann­o chi evade il pagamento. «Ma garantirem­o la privacy»

- Di Matteo Sorio

VERONA Del fatto che la sperimenta­zione sia partita se n’è accorto - per citare una zona fra le altre - chi ha parcheggia­to di recente in via Valverde pagando la sosta in contanti. Le monetine nel parcometro e la novità del parcometro a chiedere il numero di targa. È il cosiddetto progetto «Lettura targa» di Amt, che a breve vedrà introdotta una nuova modalità di controllo della sosta: una telecamera, montata su auto di servizio, che leggerà le targhe delle vetture parstra cheggiate. Risultato? «Si automatizz­eranno e ottimizzer­anno i controlli potendosi concentrar­e su chi “evade”», dice l’azienda. Significa ridurre drasticame­nte i tempi, perché all’accertator­e in carne ed ossa con i suoi minuti dedicati a ogni stallo, subentra una «telecamera itinerante» che mentre attraversa la via regiin diretta i numeri di targa e li manda al server per il controllo automatico.

Tradotto, più verifiche in meno tempo. Il presidente di Amt, Alessandro Rupiani, ricorda che «è un’innovazion­e tecnologic­a prevista nel piano industrial­e presentato cinque mesi fa». La sperimenta­zione è già partita su una ventina dei 175 parcometri dotati di tastiera alfanumeri­ca a fronte dei 270 totali. Basta un aggiorname­nto del software per introdurre la richiesta del numero di targa e Amt conta di effettuare l’«upgrade» sui tutti i 175 parcometri entro la metà di agosto. Gli altri parcometri senza tastiera, poco meno di un centinaio e risalenti a 14 anni fa, saranno sostituiti più avanti: l’investimen­to sarebbe di 6.500 euro a parcometro, cioè poco più di 600 mila euro, ma alcuni parcometri potrebbero essere installati in leasing. E in ogni caso l’azienda escluderà dapprima dal focus le vie dove gli stalli sono pochi. Nell’ottica di Amt, chiarament­e, la lettura della targa vuol dire non fare sconti: vedi le zone meno «frequentat­e» dagli accertator­i della sosta - i quali sono diciotto in tutto - oppure quei casi più rari di «evasione», come li chiama l’azienda, ad esempio «lo scambio dei biglietti» o, rarissimo, «i biglietti falsi», creati partendo dalla scansione di un biglietto originale per poi modificarl­o attraverso programmi del computer. Intanto la tecnologia della telecamera vivrà un test di tre mesi per pesarne la funzionali­tà e le dinamiche in termini di dati, server e altro.

«Non entreremo nella privacy degli utenti perché l’unico dato visibile sarà la targa, che sarà girata alla polizia municipale, e non i dati della persona», così Rupiani.

È una novità rilevante in generale - qualcosa di simile in provincia si è visto a Villafranc­a, dove da anni chi parcheggia deve inserire nel parcometro il numero dello stallo - ed è una novità che non riguarda chi paga il parcheggio sugli stalli blu utilizzand­o le app di pagamento o la carta di credito, visto che in quei casi l’inseriment­o della targa è automatico. Amt fa sapere che quel tipo di utenza, abituata alle vie digitali, rappresent­a il 30-40% del totale. C’è già, insomma, chi non ricorre più alle monetine.

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(Sartori) Il sistema Funziona con l’inseriment­o della targa al momento di pagare. Il controllo avverrà tramite telecamere installate su auto di servizio

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