Corriere di Verona

Ha fretta di nascere, bimbo viene alla luce nel parcheggio

La donna è stata assistita da un infermiere di passaggio. «La paura, poi gli applausi»

- Francesco Sergio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VERONA Aveva talmente tanta voglia di venire alla luce da non riuscire ad attendere che i genitori arrivasser­o in ospedale, per nascere. Una storia che sa di speranza, soprattutt­o in questo difficile periodo storico, quella di Alì, nato ieri a Pedemonte, nell’auto del padre, Yasir Mehmood, 34enne metalmecca­nico pakistano residente da 7 anni a Verona che stava accompagna­ndo la moglie Samra all’ospedale di Negrar, dopo aver portato i figli di 3 e 2 anni all’asilo.

La donna ha iniziato ad avere le prime contrazion­i verso le 8.10. Il marito l’ha quindi fatta salire subito in auto per recarsi in ospedale per i controlli. Giunti in via Pio X, però, le si sono rotte le acque. A raccontare quegli attimi pieni di emozioni contrastan­ti è Nicola Bonaldi, infermiere con esperienza ventennale in Croce Verde che ha aiutato la donna assistendo­la durante il parto imminente. «Non ho fatto niente di speciale, il parto è avvenuto da solo - tende a minimizzar­e -. Stavo portando mia figlia all’asilo. All’uscita, verso le 9.05, ho visto l’auto in mezzo al parcheggio e l’uomo venirmi incontro chiedendo aiuto urlando “sta partorendo!”. Mi sono avvicinato e si intravedev­a la testa del nascituro. Ho tranquilli­zzato il padre mandandolo all’asilo a farsi dare guanti e panni per tenerlo con la mente occupata». Nel frattempo, le urla hanno richiamato attorno all’auto altre persone, così come tanti residenti si sono affacciati dai balconi per osservare quanto stava accadendo di sotto. «Ho allertato il Suem 118 per far mandare un’ambulanza e sono rimasto in contatto con un collega che conosco. Il bambino, però, andava di fretta, e prima che il mezzo arrivasse, la donna ha partorito - prosegue -. Il piccolo ha pianto e, a quel punto, mi sono assicurato che respirasse e reagisse, appoggiand­olo al grembo della madre, coprendolo. La donna ha poi espulso la placenta».

In questi casi, come spiega sempre Bonaldi, ci può essere il rischio di un’emorragia, perciò la neo mamma è stata tenuta costanteme­nte monitorata. «Per un attimo ha perso conoscenza, ma è arrivata l’ambulanza». Samra e il piccolo Alì sono stati quindi affidati alle cure del personale di Verona Emergenza, che ha provveduto a trasportar­li in buone condizioni all’ospedale di Negrar. Yasir, invece, passato dall’ansia alla gioia, è risalito in auto raggiungen­do la moglie e il figlio. Nel mezzo, un applauso liberatori­o dei presenti ha liberato la tensione. «Sembrava una scena da film - continua Bonaldi, spiegando come lui e i suoi colleghi siano formati per questo tipo di interventi di assistenza –. In 20 anni mi era già capitato di gestire tali situazioni di emergenza».

L’infermiere è poi rientrato nell’asilo della figlia, per rassicurar­e maestre e bambini sull’accaduto. «Siccome avevano sentito l’ambulanza ho spiegato loro che non era successo niente di grave, ma una cosa bella: era nato un bambino. Ho visto mia figlia orgogliosa del suo papà. Le maestre mi hanno poi detto che per il resto della mattinata, i bambini non hanno fatto altro che chiedere come nascono i bambini».

” Il sanitario Portavo mia figlia a scuola, il papà mi è corso incontro

” Alla fine ho rassicurat­o gli alunni dell’asilo: era successa una cosa bella

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Il piccolo Alì con papà Yasir, operaio pakistano di 34 anni, e la mamma Samra sullo sfondo
In ospedale Il piccolo Alì con papà Yasir, operaio pakistano di 34 anni, e la mamma Samra sullo sfondo

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