L’allarme paralimpico «Alberghi inaccessibili per gli ospiti in carrozzina»
Cortina: le strutture devono adeguarsi entro il 2026
CORTINA Si dice Olimpiadi Invernali 2026 ma si legge anche Paralimpiadi. E questo va tenuto bene a mente. Quando fra meno di quattro anni arriveranno atleti, delegazioni, appassionati e turisti per assistere ai Giochi di Milano e Cortina, la località ampezzana dovrà essere già rimessa a norma consentendo anche ai disabili di godere della stessa esperienza senza limitazioni o imbarazzi. Per rispetto, per competitività, per sicurezza.
Al momento, però, le cose stanno diversamente. «Le strutture alberghiere non sono accessibili per chi si sposta su una carrozzina – avverte Ruggero Vilnai, presidente del comitato paralimpico veneto -. Ci sono dei gradini per entrare negli alberghi, mancano gli ascensori, le porte dei bagni sono troppo strette. Ci sono molti interventi da fare». Cosa succederebbe se un accompagnatore non riuscisse ad entrare nella propria camera? O fosse condotto all’accesso sul retro? L’immagine dell’evento (di Cortina e del Veneto) ne sarebbe danneggiata. Si è già costituito un gruppo di lavoro che sta analizzando la situazione. «Tutti noi che abbiamo esperienza in questo settore siamo preoccupati – continua Vilnai -. Gli alberghi accessibili sono pochissimi per non dire nessuno. Non ho dubbi per quanto riguarda il villaggio paralimpico in cui saranno accolti gli atleti, so che sarà realizzato con le migliori soluzioni, così come gli impianti sportivi. Penso però ai turisti». E il giudizio non riguarda solo le Olimpiadi: «Da anni organizzo campus per atleti con disabilità e vorrei proporre Cortina, ma ho dovuto rinunciare - racconta il presidente -. Non ci sono strutture adatte».
A settembre Vilnai organizzerà proprio a Cortina un convegno sul tema: «Se non prendiamo in mano la cosa immediatamente, rischiamo di non fare in tempo. Stato e Regione devono prevedere delle agevolazioni e dei contributi per gli albergatori che vogliono investire nelle strutture ricettive». Vilnai inviterà gli albergatori, i neo sindaci di Cortina Gianluca Lorenzi e Belluno Oscar De Pellegrin (lui stesso atleta paralimpico), gli albergatori e il ministro per la Disabilità Erika Stefani. Sarà sicuramente presente Roberta Alverà, consigliera comunale ed ex presidente degli albergatori di Cortina: «La nostra attenzione verso il tema dell’inclusione e delle Paralimpiadi si è attivata dal primo momento dopo l’assegnazione - spiega -. Oltretutto, la maggior parte delle gare paralimpiche si terranno qui da noi. Dobbiamo presentarci, nel 2026, con un paese pronto nell’ospitalità perché sia un modello replicabile altrove. Il processo di adeguamento deve accelerare per abbattere le barriere architettoniche». Ma già si sa che non per tutti sarà fattibile: «Il centro storico non consente di intervenire in facciata, ad esempio eliminando dei gradini. Più facile sarà per chi sta ristrutturando altrove o realizzando fabbricati nuovi». Bandi e contributi per l’adeguamento delle strutture sono ritenuti oggi prioritari.
Quando si parla di «legacy», di eredità dei Giochi, è anche questo che si intende: miglioramenti che durano nel tempo, per lo sviluppo di un territorio che garantisce a tutti stessi diritti e stessi servizi. Alcuni giorni fa si era già espresso sull’argomento il ministro del Turismo Massimo Garavaglia: «Pensare a turismo e città accessibili non è solo un dovere morale e civico, ma un’opportunità e un vantaggio competitivo. Una struttura è a norma se consente alla persona con disabilità di entrare dalla porta posteriore. Ma questo non è né competitivo, né rispettoso. Dobbiamo innescare un meccanismo virtuoso fin da subito». E la ministra Stefani aveva sottolineato: «Dobbiamo far sì che le Olimpiadi siano un veicolo di sostenibilità sociale, una vera infrastruttura culturale che interessa tutto il territorio. Lo sport può aiutarci a creare città diverse, più inclusive».