Un tour diverso della città attraverso le sue gallerie d’arte
Centro, Veronetta, periferia: i luoghi e le perle
VERONA Per distrarsi dalla politica, dalla guerra e dal caldo, un giro per gallerie d’arte, incontrando storie di persone, opere, e anche frammenti di storia della città. Dietro la grande esplosione di colore che accoglie chi entra allo Studio la Città, che esiste ormai da più di cinquant’anni e che da più da quindici ha trovato sede nei bellissimi spazi delle ex Officine Galtarossa, dove si trovano anche diverse altre realtà di nicchia, si nasconde per esempio la storia personale di uno degli artisti più quotati della galleria che lo rappresenta da trent’anni, il tedesco Herbert Hamak. Le sue sono sospensioni di colore dentro una materia resinosa, frutto di una sensibilità e di una tecnica che negli anni si sono affinate, non tanto da colpire però gli esecutori di un mandato tribunalizio emanato per pagare costose cure mediche: non sapendo cosa fossero gli «oggetti» conservati nel suo studio, li hanno ritenuti privi di qualsiasi valore. Le opere salvate dalla gallerista, allertata dall’artista, ora sono esposte accanto a quelle di Jacob Hashimoto, dove confluiscono oriente e occidente (e può far bene a chi ancora vede il mondo diviso in blocchi in opposizione) e a quelle di Stuart Arends.
Seguendo l’Adige fino alla Giarina, all’omonima storica galleria (Interrato dell’Acqua morta 82) che di anni di vita ne conta 35, la mostra del boVasco Bendini ne celebra il centenario e racconta di un tempo in cui c’era una Galleria d’Arte Moderna che aveva gli spazi e le risorse per allestire mostre frutto di progetti originali interagendo con un ricco panorama di gallerie, oggi drasticamente ridotto. Come la Gam del resto.
Dentro l’ansa del fiume, tre sono le tappe che suggeriamo: da Marco Rossi Artecontemporanea (via Garibaldi 18/a) «Inquattro» sono gli artisti che espongono le loro nuove opere, con il mondo dell’infanzia di Valerio Berruti, le archeologie del cielo di Franco Guerzoni, i collage fotografici di Paolo Ventura ispirati agli anni ’30, le tempere su carta di Marco Tirelli. Alla Galleria dello Scudo (via Scudo di Francia) continua fino al 30 giugno la mostra, in collaborazione con la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, con una selezione di opere monumentali di Emilio Vedova. Ritorna a esporre in città un artista veronese, Davide Maria Coltro, da tempo milanese di adozione: da Kromya Art Gallery (via Oberdan 11) espone una nuova serie dei suoi quadri mediali che invitano alla pace, quella indotta dall’osservazione della natura. Energie giovani e cultura contemporanea ribollono in periferia nello spazio Habitat 83 (via Mantovana 83) dove è in corso fino al 2 luglio, quando il finissage sarà occasione di presentazione del catalogo, la mostra «Fotogenesi»: due generazioni di fotografi tra la fotografia concettuale degli anni ’70, con le opere di Pietro Privitera, Silvio Wolf e Sirio Tommasoli, ancora inarrestabili sperimentatori d’oggi, e quelle di Alessandro Valeri, Chiara Arturo, Filippo Tommasoli, J&PEG e Marco Rossetti che della liberta` espressiva di quei maestri, fuori dal vincolo della rappresentazione o da scopi documentaristici, hanno fatto il loro punto di partenza.