Corriere di Verona

«Troppo rumore, non si dorme» E prende a pugni il ristorator­e

Il racconto di Veneri, dell’osteria Verona Antica in via Sottoriva: «Era una furia»

- Francesco Sergio

VERONA «Una furia. Ha iniziato a minacciarm­i, per poi spingermi fin dentro il locale facendomi cadere a terra colpendomi con calci e pugni». È ancora sotto choc Davide Veneri, il titolare dell’Osteria Verona Antica di via Sottoriva, aggredito, nella notte di ieri, da una coppia di residenti della zona. La vittima è finita all’ospedale con numerose contusioni venendo dimessa con una prognosi di 5 giorni. «Ma devono ancora controllar­mi l’occhio. Ho anche dolore al polso, non riesco a tenere in mano un piatto. Mi ha, poi, colpito alla caviglia, al collo, alla spalla». Al momento, non ha sporto denuncia. «Sto valutando il da farsi».

Era da poco passata mezzanotte e aveva chiuso il locale, quando, dalla sua ricostruzi­one, gli aggressori, che stavano tornando a casa, lo hanno visto parlare all’esterno. «Si vede benissimo dalle telecamere - prosegue – Si avvicinano minacciand­omi di far chiudere il locale, perché non riescono a dormire con le finestre aperte. Poi, dopo circa tre minuti di discussion­e, mi alzo per chiedergli di smetterla, e a quel punto vengo travolto dalla furia dell’uomo, durata un paio di secondi».

Con il ristorator­e, una sua dipendente, con la quale si era messo a discutere della seguente giornata lavorativa. «È rimasta talmente scioccata da quanto accaduto, che non è riuscita a comporre il numero dei carabinier­i – prosegue Veneri - Non stavamo certo urlando, ma si tratta di persone complicate. A volte salutano a volte no. Hanno il vizio di sentirsi superiori, di pensare di avere sempre ragione. O fai come dicono loro, o ti menano minacciand­o dispetti o addirittur­a di farti chiudere il locale».

Per quanto oltre le righe, un classico scontro tra gestori e residenti sul rumore notturno in una delle strade della «movida» cittadina, specialmen­te d’estate? No, secondo il ristorator­e, per cui si tratta semmai di atteggiame­nti da gang: «C’è l’idea che la chiacchier­a sia come gli schiamazzi. - aggiunge Veneri - Io sono il primo ad andare a zittire i ragazzi, quando si fermano a fare rumore sull’argine, ma in questo caso si trattava di una chiacchier­a a bassa voce».

La vittima sottolinea, inoltre, come in undici anni di attività, non abbia mai ricevuto lamentele da altri. «Anzi, quelli che conosco, sono venuti ad esprimermi la loro solidariet­à, dimostrand­o che si tratta di persone complicate, non c’è stato alcun schiamazzo». Il grave fatto riaccende lo scontro tra residenti ed esercenti in centro storico. «Questa reazione violenta non è uno sfogo, ma è frutto di una cultura sbagliata. Verona è una città turistica: è giusta la convivenza tra anime, ma gli esercenti meritano rispetto», conclude Veneri. Solidariet­à è giunta anche da Confcom merci oeFipeConf commercio.

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Sconcertat­o Davide Veneri, dell’Osteria Verona Antica

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