Trento e Bolzano aprono i rubinetti: «Più acqua al Veneto per solidarietà»
VENEZIA Dopo settimane di tira e molla con il Veneto, Trentino e Alto Adige aprono i «rubinetti»: da questo fine settimana, rilasceranno 26 metri cubi d’acqua al secondo in più, 12 dalla centrale idroelettrica di San Floriano (Egna), 7 da quelle di Lappago (Brunico) e Santa Giustina (Mezzocorona), per garantire una portata di 80 metri cubi al secondo in località Boara Pisani (fra Padova e Rovigo, nella zona della foce), sufficiente a evitare che l’acqua salata del mare risalga il corso dell’Adige. L’annuncio arriva dal governatore altoatesino, Arno Kompatscher (in foto), che parla di «un importante segno di collaborazione responsabile e di solidarietà. Per quanto, per risolvere il problema della siccità, ci vorrebbero diversi giorni di pioggia costante in tutto il nord-est». L’Osservatorio per gli utilizzi dell’acqua nel bacinoidrografico delle Alpi Orientali (Friuli, Veneto, Trentino e Alto Adige) è stato dichiarato il livello di emergenza «Alto». Da settimane, il Veneto chiede ai vicini più «a monte» di aprire i rubinetti: ma da Bolzano e Trento, finora, era sempre arrivato un secco no, motivato dal fatto che anche i bacini montani hanno raggiunto la soglia d’allerta, con appena il 30% dell’acqua solitamente presente in questa stagione. Ma l’ultima riunione dell’Osservatorio ha mosso qualcosa. Alperia, con il governatore Kompatscher e in coordinamento con gli operatori trentini, ha deciso di modificare i programmi di produzione delle centrali. «Normalmente - spiega Flavio Ruffini, direttore dell’Agenzia provinciale per l’ambiente (Appa) - nei weekend si produce pochissima energia, dal momento che l’industria è ferma, e di conseguenza diminuisce il consumo. Da Egna, rilasceremo 12 metri cubi al secondo d’acqua in più, attingendo alle nostre riserve per i momenti di picco, con i quali produrremo più energia che venderemo su altri mercati. Un modo, insomma, per minimizzare le perdite».
Proprio ieri il sindaco di Padova Sergio Giordani ha firmato un’ordinanza per limitare l’uso dell’acqua potabile al solo consumo umano o esigenze sanitarie. È il primo capoluogo di provincia a farlo. Gli orti, pubblici o privati, potranno essere innaffiati da mezzanotte alle 8 del mattino.