FdI al contrattacco contro Tosi e Forza Italia I mugugni leghisti per i toni della «Bestia»
Polato: «Flavio distrugge tutto ciò che tocca»
Ancora scontri e discussioni, anche a livello nazionale, sui risultati delle elezioni comunali di Verona. Incassato il colpo della mancata rielezione di Federico Sboarina, Fratelli d’Italia tenta il contrattacco, sia a livello nazionale che in riva all’Adige. Francesco Lollobrigida, braccio destro di Giorgia Meloni, dice di aspettarsi delle scuse da Tosi e Forza Italia: «Non era mai accaduto, - dice in un’intervista al Messaggero - che una forza politica che governa, al momento del voto spacchi la coalizione e scelga e di sostenere un esponente non di centrodestra. Se, come sostiene Tosi, Sboarina era il candidato sbagliato, - aggiunge - gli elettori di Verona hanno certificato al primo turno che Tosi lo era molto di più e ci domandiamo, visto l’esito, come mai non arrivino delle scuse». Sulla stessa linea Ignazio La Russa, che ieri a La7 ha spiegato che «la regola dell’uscente da riconfermare vale per tutti, e dove Forza Italia non l’ha fatta valere, come a Verona, ha vinto la sinistra, anche perché il giorno del ballottaggio, ad urne aperte, c’era già chi dava Verona per persa (ed il riferimento è a Matteo Salvini, che domenica mattina aveva attaccato Sboarina per non essersi apparentato con Tosi, ndr). E mi dicano un solo caso – ha tuonato La Russa, infervorandosi - in cui Giorgia Meloni abbia attentato all’unità del centrodestra!».
La linea nazionale di Fdi trova subito applicazione a Verona, dove i «missili» polemici si concentrano soprattutto su Tosi. Daniele Polato, consigliere regionale di FdI, tuona infatti che «per l’ennesima volta Flavio Tosi ha usato Verona
per le proprie ambizioni politiche, familiari e personali, e Forza Italia si accorgerà ben presto di chi ha imbarcato: un soggetto che distrugge tutto ciò che tocca». Polato ricorda che «da segretario regionale uscente della Lega Nord si candidò nel 2015 contro il centrodestra unito e contro Luca Zaia, poi sostenne il referendum promosso da Renzi contro il centrodestra e nel 2017 candidò a sindaco di Verona sua moglie, originaria di Castelfranco Veneto, contro il candidato del centrodestra unito. La verità è che lo scopo di Tosi è di natura prettamente personalistica: ambiva alla sconfitta del centrodestra per potersi rigenerare in un partito (Forza Italia) ed in una fede berlusconiana che ha sempre osteggiato ed insultato».
La Lega intanto sembra prendere tempo, in attesa di sviluppi nazionali (a partire dal vertice di centrodestra Meloni-Salvini-Berlusconi che proprio di Verona tornerà a discutere). Intanto, però, c’è chi prende le distanze dai toni durissimi usati dal nuovo staff di Sboarina nei 14 giorni che avevano preceduto il ballottaggio. Quei toni erano stati decisi anche da esponenti che in passato lavoravano nella «Bestia» di Luca Morisi, ossia dal gruppo che gestiva la comunicazione più «dura» di Matteo Salvini, soprattutto sui social. Eppure, in riva all’Adige, quei toni non sono piaciuti neanche ad alcuni leghisti. Ilaria Segala, assessore uscente all’Urbanistica, lo ha detto con molta chiarezza. «Queste ultime settimane le ho molto sofferte, - ha scritto su Facebook - non mi sono ritrovata nei messaggi troppo duri che non mi appartengono, io volevo parlare di programmi e contenuti non di ideologie». E Alessandro Gennari, ex M5S ma da tempo passato al Carroccio, si dice pienamente d’accordo con l’ex assessore: «Non ho condiviso – scrive infatti Gennari – i toni del centrodestra durante il ballottaggio, perché non mi appartiene il mettere paura o il denigrare l’avversario».
” La Russa L’uscente si riconferma, è la regola A Verona Forza Italia non l’ha fatta valere e ha vinto la sinistra
” Gennari Non ho condiviso certi toni, non mi appartiene il mettere paura o il denigrare l’avversario