«Scatta Nuvolari»: il campo estivo sulle orme del pilota
L’iniziativa a Bosco rivolta ai ragazzini di 11 e 12 anni
BOSCO CHIESANUOVA L’asso del volante Tazio Nuvolari era di casa in Lessinia. Sulle sue orme, si è concluso ieri un Summer Camp singolare, a cura dell’Istituto Comprensivo Bosco Chiesanuova: una settimana dedicata al mito delle corse, ma anche alla storia del territorio, alle bellezze architettoniche e all’innovazione tecnologica. «La formula del camp è consolidata – spiega l’insegnante di tecnologia Emanuele Miliani, già coach della squadra di robotica MyCollego, che ha condotto il campo estivo con la vicepreside d’istituto Roberta Busato -. L’esperienza era rivolta a bambini di 11 e 12 anni: il primo e l’ultimo giorno abbiamo organizzato due giornate aperte anche alle famiglie e a chiunque volesse approfondire». Il tema di quest’edizione è stato suggerito dall’ex docente Nadia Massella, esperta e profonda conoscitrice della zona che ha anche accompagnato i partecipanti del camp, con i loro genitori, alla scoperta delle ville Pullè e Castellarin oggi Saccardi. Proprio quelle ville hanno segnato un’epoca di grande turismo nella ridente località montana dove, all’inizio del 1900, il pilota Tazio Nuvolari era solito trascorrere dei periodi di vacanza. Fu lo stesso pilota mantovano, il 18 gennaio 1931, a trionfare su Alfa Romeo nel primo Criterium «Autosciatoria Verona-Tracchi», una sorta di antenata della Stallavena-Bosco Chiesanuova che partiva da Bellori e arrivava a Bosco per poi trasformarsi in una gara di sci fino ai Tracchi. «Durante la settimana – continua Miliani - 26 ragazzi hanno potuto ripercorrere e ricostruire la strada di questa competizione molto serrata e il percorso degli sciatori attraverso strumentazioni tecnologiche, ma anche mediante l’utilizzo di tecniche tradizionali. A muoversi su questo tracciato non più i piloti e le auto ormai d’epoca, ma macchine e sciatori robot costruiti dai ragazzi e da loro stessi programmati». Tra le attività svolte, anche la riproduzione delle ville storiche visitate, ridisegnate sul legno, tagliate al laser e assemblate. «Quest’esperienza – conclude – ha permesso ai ragazzi di scoprire il territorio, le storie del passato e di renderlo attuale grazie all’innovazione tecnologica, nella consapevolezza che per andare lontani si debba conoscere da dove si proviene».