«I responsabili siamo tutti noi E non prendetevela con le guide alpine»
MARMOLADA A giugno di un anno fa Carlo Budel aveva spalato quattro metri di neve per rendere accessibile la Capanna Penia. Quest’anno Carlo, battezzato «la sentinella delle Dolomiti», ha trovato solo sassi: «La Marmolada sta male, si scioglie e sta collassando. Qui un anno fa ero sommerso di neve, quest’anno è solo roccia. In inverno ha nevicato poco, al ghiacciaio è mancata la copertura e sotto si sentono i torrenti scorrere. Sembra di stare a Jesolo anziché in vetta alla Marmolada».
Budel, lei che idea si è fatto di questa tragedia?
«È accaduto il peggio del peggio. Di domenica, il giorno di maggior afflusso e alle due del pomeriggio, l’ora di punta delle escursioni. Una tragedia che non si poteva prevedere. Quello che non mi va giù è vedere gente emettere sentenze in cerca per forza di un colpevole. Puntano il dito contro le guide alpine, che sono tra le vittime e sono sempre i primi a farsi in quattro quando accadono tragedie in montagna. Qui l’unica cosa da fare è stare in silenzio e dire una preghiera per quelle anime che non ci sono più. Detto questo, i colpevoli ci sono…”
Cioè?
«Siamo noi, che questo pianeta lo stiamo distruggendo».
Tutti gli accessi a Punta Penia sono stati chiesi: lei quando scende?
«Giusto chiudere, è troppo pericoloso. La via attraverso al ghiacciaio rimarrà chiusa, perché altri blocchi di ghiaccio potrebbero staccarsi. Magari riapriranno la ferrata della cresta ovest dalla parte del Rifugio Contrin e la via da Malga Ciapela dal Rifugio Falier: se le apriranno tornerò su, altrimenti me ne sto a casa a San Gregorio nelle Alpi insieme a Paris, il mio cane».
Che farà?
«Sto troppo male per quello che è successo, ora metto in ordine la legna, pulisco bene la capanna, mi faccio venire a prendere dall’elicottero e torno a casa».
Lorenzo Fabiano
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