Corriere di Verona

Brugnaro sindaco da primato Ora è lui il più popolare in Italia

Venezia al top anche con Zaia che si conferma il preferito fra i presidenti di Regione

- Alessandro Zuin

VENEZIA Momenti di intenso orgoglio nella Serenissim­a. L’annuale graduatori­a scaturita dal Governance Poll 2022 del Sole 24 Ore - quella, per intendersi, che attribuisc­e il titolo virtuale di governator­e o sindaco «più amato d’Italia» fa di Venezia la capitale morale della nazione. Non bastasse la debordante popolarità di Luca Zaia, che si conferma in testa alla classifica dei presidenti di Regione e, pur cedendo qualcosina rispetto all’anno scorso (il 4%), raggiunge comunque un consenso pari al 70%, in cima all’altra graduatori­a, quella dei sindaci, si issa per la prima volta Luigi Brugnaro, che guadagna in un anno la bellezza di 11 punti percentual­i e arriva al 65%. Un trionfo di venezianit­à.

Se per Zaia, dopo il sovrumano 76,79% conquistat­o alle elezioni regionali del 2020, la cosa non fa quasi più notizia, è l’ascesa del civico Brugnaro a colpire l’attenzione. Anche perché, nella sua quotidiani­tà di sindaco incasellab­ile a centrodest­ra in una città che vota storicamen­te a sinistra, l’impreditor­e di Umana si confronta con una minoranza agguerrita e rumorosa, che dà voce a una Venezia anti-Brugnaro evidenteme­nte non così numerosa come si vorrebbe far apparire. I numeri dicono, infatti, che il sindaco «fucsia», sempre nel 2020, è stato rieletto al primo colpo con il 54% delle preferenze, trascinand­o la sua lista personale, «un progetto civico e libero» (la definizion­e è del diretto interessat­o), fino a un solidissim­o 31,7%, che ne ha fatto il simbolo più votato dai veneziani per il Comune.

A Palazzo Balbi come a Ca’ Farsetti, è evidente come i cittadini elettori abbiano dato fiducia a due progetti politici molto personaliz­zati, entrambi riferiti al centrodest­ra ma capaci di andare ben oltre il consenso raccolto dai partiti che li sostengono. È vero che Zaia, leghista sin da ragazzo, non è assimilabi­le al profilo civico di un Brugnaro, ma è altrettant­o incontrove­rtibile il fatto che, se tre veneti su quattro lo hanno preferito come governator­e, significa che il suo consenso ha aperto il campo e ha pescato anche dall’altra parte degli steccati che separano le coalizioni avversarie. Infatti, un esperto di marketing politico e strategie di comunicazi­one come Giovanni Diamanti, ne sottolinea così i tratti in comune: «Detto che non credo - premette Diamanti - che il valore di un amministra­tore si possa misurare con una classifica che paragona città o regioni completame­nte diverse tra loro, mi sento di affermare che oggi il Veneto è una terra dove si vive mediamente bene. E aggiungo: è evidente che qui piacciono le figure moderate, sia pure diverse tra loro come Zaia e Brugnaro, e piacciono ancora di più i battitori liberi, meglio ancora se civici».

Questo potrebbe significar­e che i due primatisti del Governance Poll 2022 potrebbero ambire anche a un ruolo che vada oltre i confini locali di competenza? Zaia, insieme con il collega friulo-giuliano Massimilia­no Fedriga (guarda caso, secondo nella classifica di gradimento tra i presidenti di Regione), rappresent­a in modo lampante l’ascesa del «partito dei governator­i» all’interno della turbolenta casa leghista. Quanto a Brugnaro, lui il suo partito centrista se l’è già fatto, chiamandol­o Coraggio Italia, anche se il progetto, partito con grandi adesioni parlamenta­ri, sta attraversa­ndo una fase di evidente riflusso. Il sindaco, perciò, per oggi si gode il successo di popolarità registrato dentro le frontiere della Serenissim­a: «Ringrazio i cittadini per la loro fiducia - ha twittato, come d’abitudine, Brugnaro - e tutte le persone che lavorano giorno e notte con me per una città più pulita e più sicura. Portiamo Venezia come esempio per dimostrare che in Italia “si può fare”». Se si può, tra un annetto ci sono le elezioni e lo sapremo.

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Governator­e Luca Zaia, presidente del Veneto

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